Quando in una democrazia un miliardario arriva al potere, rischia la vita. È successo a noi con Berlusconi, sta accadendo negli USA con Trump. I miliardari sono saprofiti che operano per la decomposizione dei sistemi democratici, perché si nutrono della loro putrefazione. Il loro primo bersaglio è l’uguaglianza davanti alla legge. Chi è ricchissimo, percepisce il rispetto delle regole come un affronto alla propria egemonia sociale e pretende il privilegio.
Con Berlusconi l’Italia ha retto grazie a una magistratura indipendente (Borrelli ed altri), giornalisti coraggiosi (Scalfari, Biagi, Montanelli, Santoro, Travaglio e altri), politici di spessore (Prodi, Bersani, Bindi e altri), un’opinione pubblica organizzata (Girotondi e altri), intellettuali che si sono esposti (Moretti, Guzzanti, Dandini, Luttazzi e altri). Insomma, quando arriva il miliardario al potere, la democrazia va in terapia intensiva: si salva con trasfusioni di partecipazione, muore per la complicanza dell’indifferenza.
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