Commenti (appropriati) all’editto belga

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L’editto belga di Giorgia Meloni contro Fanpage ricorda l’editto bulgaro di Silvio Berlusconi ma forse questo è ancora più grave poiché può fare leva su leggi bavaglio contro i giornalisti già approvate e in via di inasprimento da parte della maggioranza di governo. Di seguito riportiamo i commenti di alcuni esponenti del giornalismo e del mondo culturale.

 

“Spostare il fuoco dal merito al metodo: questo ha fatto Meloni rispondendo sulla nostra inchiesta. Ma dietro c’è anche l’ennesimo tentativo di limitare la libertà di stampa. E questo sì è un ‘metodo da regime’ . Chiedere di tappare la bocca a un giornale dall’alto della presidenza del consiglio è “metodo da regime”, non fare un’inchiesta sotto copertura. Non avrei mai pensato di scrivere una simile banalità, prima delle parole di Giorgia Meloni di ieri sera” . Francesco Cancellato
“I dirigenti di 
Fratelli d’Italia  non facciano finta di cascare dalle nuvole di fronte all’inchiesta di Fanpage, quei giovani fascistelli antisemiti non solo li conoscono benissimo, ma li hanno allevati loro a propria immagine e somiglianza”. Gad Lerner
“Fanpage h
a fatto un gran lavoro. Il giornalismo vero è sempre servizio alla comunità. Soprattutto quando è scomodo (e rischioso). Perciò, per quel che vale la mia opinione,  sono stati bravissimi. Roba da “giornalisti giornalisti”. Nello Scavo

“Il metodo da regime è quello di una Presidente del Consiglio che attacca i giornalisti che fanno il loro dovere: raccontare e testimoniare la realtà. Non quello dei giornalisti”. Riccardo Cucchi

“Il giornalismo “sotto copertura” é riconosciuto dalle corti internazionali, indispensabile quando le fonti tacciono e nascondono e negano fatti di pubblico interesse e rilevanza sociale”. Giuseppe Giulietti
In realtà la leader di Fdi non è stata in silenzio rispetto all’inchiesta di Fanpage sull’organizzazione giovanile del suo partito. Aveva già ripetutamente detto: ‘sogno che le persone che per tanti anni hanno dovuto abbassare la testa possano dire come la pensano”. Mauro Berruto

“Non capisco lo stupore, ed è ridicola l’ipocrisia del ‘prendere le distanze’ o condannare. Meloni e Fratelli d’Italia inondano il Paese di strade e piazze intitolate a quel servo dei nazisti e fucilatore di partigiani che fu Giorgio Almirante, il quale ha scritto (tra le altre mostruosità): «in fatto di razzismo e di antigiudaismo gli italiani non hanno avuto né avranno bisogno di andare a scuola da chicchessia”. I suoi degni allievi di Gioventù Nazionale lì dentro non sono l’eccezione, sono la regola. Tomaso Montanari


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