Cara Meloni, un esamino di coscienza, invece di tirare per la giacchetta il Presidente Mattarella

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Giorgia Meloni, beata lei, sarebbe nata un anno dopo. Chi al contrario e’ appesantito da una maggiore eta’, ricorda certamente un personaggio della pubblicita’ di allora, nel mitico Carosello: Jo Condor, uccellaccio cattivo che cerca sempre di rompere la pace e l’equilibrio degli abitanti del Paese Felice; viene regolarmente castigato dal “Gigante Amico”. Una serie andata in onda tra il 1971 e il 1976.
   Jo Condor e’ vestito da militare, con un mirino sulla punta del becco; gli fa da spalla Secondor. Invidioso e bilioso rompe le scatole agli abitanti della comunita’   fino a quando i bambini chiedono aiuto, e parte il ritornello: “Gigante, pensaci tu!”. Interviene così il Gigante che riporta la pace. L’uccellaccio si difende con una battuta tormentone (“E che c’ho scritto Jo Condor?”), viene preso per la coda  e buttato via, mentre il condor grida: “Ma mi lasci…non c’ho la mutua!”.
   Confesso e ammetto la bizzarria di questa associazione di idee: quando Giorgia Meloni ha pensato bene di rivolgere un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo l’inchiesta di “Fanpage” sui pensieri osceni e ignobili dei “ragazzi” di Fratelli d’Italia, ho pensato a quella pubblicita’. A Meloni che si sente attaccata da Jo Condor e chiede l’aiuto e la protezione del “gigante” Mattarella. Solo che c’e’ una clamorosa inversione di ruolo: il presidente Mattarella e’ si’ il “gigante buono”, ma chi lo invoca non sono i bambini molestati; piuttosto i “padri” e le “madri” di piccoli e stupidi Jo Condor. I quali, a suo tempo, avrebbero avuto bisogno forse di qualche scapaccione sul sedere e di lezioni di storia: magari non il poderoso e non facile Renzo De Felice, ma certamente i ricordi di chi e’ scampato ai lager o ha raccontato la storia delle infamie dei complici italiani dei nazisti (come la storica Susanne Zuccotti e il suo “Olocausto in Italia”).
   Fuor di celia: e’ estremamente irritante, ma anche significativo, che Giorgia Meloni si dimentichi di essere presidente del Consiglio e non sappia pensare ad altro che rivolgersi per avere tutela al presidente della Repubblica cercando di tirarne la giacchetta: la cifra e la misura del suo “sapere” istituzionale. In subordine: è sacrosanto che le colpe e le lacune di padri e madri non ricadano sui figli. Ma quando sono i figli e i “fratelli” ad avere colpe e lacune, padri e madri qualche esame di coscienza e’ bene e lo facciamo sempre e comunque. Cosa che mi sembra non accada.  E in quanto all’inchiesta di Fanpage: quello che ha rivelato e pubblicato è vero o falso? La questione e’ solo questa, in definitiva.

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