A volte le ore (come in un dopo cena di chiacchiere tra persone amiche) corrono senza contarle. A volte, invece, un minuto può segnare una svolta, una faglia, una coupure per dirla con i filosofi francesi.
In particolare, il minuto 1,44 di questa notte ha illuminato il cielo tenebroso e ridato qualche speranza alle nostre coscienze. Speranzose, incredule, rigate dalle lacrime.
Julian Assange è uscito dal carcere speciale di Belmarsh, per essere portato su un aereo con destinazione Isole delle Marianne (sì, quelle dei racconti mitici) che hanno il merito acquisito dalla geografia (politica) di essere vicinissime all’Australia -il luogo dove il fondatore di WikiLeaks ritornerà senza manette- e allo stesso tempo situate in territorio statunitense. Domani lì si svolgerà l’udienza conclusiva (quella del 9/10 luglio presso le Corti del Regno Unito è abolita) della terribile vicenda che ha portato un giornalista coraggioso e straordinario ad essere perseguitato dal 2010 e a subire una detenzione durissima dal 2009. E domani Assange potrà tornare ad unirsi alla moglie avvocata Stella Moris a e ai loro figli, nonché ai suoi cari.
Il collegio di difesa ha scelto la via del patteggiamento, che richiede un’ammissione parziale di colpa, ma limita la condanna al numero di anni già trascorsi in cattività.
Del resto, nella giustizia d’oltre oceano o patteggi o non hai alcuna speranza.
Assange torna nella società civile, che l’ha voluto libero a tutti i costi. Anzi, è proprio l’attivismo democratico di associazioni, movimenti e comitati FreeAssange ad aver trasformato via via un’ostilità pre-concetta in sostegno appassionato.
Articolo21 consegnò subito la tessera ad honorem ad Assange, attraverso la straordinaria e infaticabile Stefania Maurizi, cui si deve un volume (“Il potere segreto”, 2021) essenziale per la campagna.
E così si sono mossi con coraggio l’Ordine dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa, una ventina di sindacati europei compreso quello inglese, nonché artiste ed artisti -a partire da Laura Morante– che hanno girato brevi e però intensissimi video.
Oggi è il momento della gioia e della festa per lo scampato pericolo. Da domani approfondiremo meglio carte e motivazioni. Tuttavia, innanzitutto dobbiamo sottolineare che la lotta paga e il clima di opinione può essere decisivo. La libertà di informazione e i diritti hanno conquistato un punto a loro vantaggio.
(Disegno di Alekos Prete)