Il «fantastico mondo» delle querele temerarie nei confronti dei giornalisti ha raggiunto orizzonti inimmaginabili con una caso che riguarda la testata giornalistica Basilicata24 e la sua direttrice, Giusy Cavallo. Perché, sembra impossibile e invece è accaduto, succede che la collega riceva un avviso di garanzia per una querela per diffamazione a mezzo stampa che sarebbe partita dall’ex presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella (per un articolo scritto nel 2014); che la collega venga convocata dai carabinieri e che le venga clonato il computer. E che si scopra, dopo che il fascicolo viene archiviato con il reato cambiato da diffamazione a calunnia, che Pittella non aveva mai queralato Giusy Cavallo. Avanguardia pura.
I FATTI. Il 30 maggio 2016, i Carabinieri di Potenza, su mandato della Procura di Catanzaro, notificano alla giornalista Giusi Cavallo, direttrice di Basilicata24, un avviso di garanzia per diffamazione a mezzo stampa ai danni di Marcello Pittella, ex presidente della Regione Basilicata, per un articolo del 29 ottobre 2014 scritto con Michele Finizio. Solo Cavallo viene accusata, non Finizio.
Pittella, però, dichiara di non aver mai sporto querela contro Basilicata24, sollevando dubbi sulla legittimità dell’accusa. Il 30 maggio, Cavallo è convocata dai Carabinieri, che clonano il suo computer nonostante le sue obiezioni. Le operazioni durano dalle 11 alle 17, e la giornalista viene trattenuta senza poter andare in bagno.
Nel giugno 2019, il fascicolo viene archiviato con il reato cambiato da diffamazione a calunnia. Si scopre che Pittella non aveva mai querelato Cavallo e che l’articolo incriminato non conteneva falsità, confermando che la denuncia era infondata. La pm che ha aperto il fascicolo avrebbe quindi commesso un’irregolarità, basandosi su una querela inesistente.
Basilicata24 si scusa pubblicamente con Pittella e annuncia un’indagine approfondita sulla vicenda, denunciando un possibile abuso da parte della Procura di Catanzaro, dato che l’accusa originava da un giudice di Potenza.
A questo link i particolari della vicenda: https://www.basilicata24.it/2024/06/storie-incredibili-chiediamo-scusa-a-marcello-pittella-138044/
Quello che è accaduto a Basilicata24 è a dir poco inquietante. Viviamo in un Paese in cui si moltiplicano le querele bavaglio, che altro non servono se non a limitare il sacrosanto diritto (e dovere) dei giornalisti ad esercitare la libertà di stampa, con azioni, nella stragrande maggioranza dei casi, infondate o sproporzionate e spesso perseguite da chi detiene il potere.
Ma ricevere una querela , vedere il proprio lavoro (tutto, non solo quello relativo all’articolo specifico) violato senza che la querela sia mai partita dall’interessato è ancora più preoccupante. La nuova frontiera del controllo.