Tanti i disturbi che colpiscono il benessere dei giornalisti

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Promuovere la salute mentale nei media e nel mondo del giornalismo. È l’obiettivo del progetto #ComeTiSenti, promosso dal centro di giornalismo d’inchiesta IRPI (Investigative Reporting Project Italy), in collaborazione con il sindacato FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), la cassa di assistenza sanitaria Casagit Salute, e l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.

Sono tanti i disturbi che colpiscono il benessere dei giornalisti, eppure oggi la salute mentale nel giornalismo è ancora un tabù. Gli spazi di condivisione e dialogo sono pochi, e molto raramente le redazioni mettono a disposizione un sostegno psicologico per i propri dipendenti e collaboratori. Ecco perché non è facile, per chi fa questo mestiere, riconoscere di avere un problema e vivere un momento di debolezza, e cercare sostegno.

Per questo nel 2023 la testata IrpiMedia, edita dal centro di giornalismo d’inchiesta IRPI, ha realizzato l’indagine Come ti senti? rivolta ai giornalisti freelance o con contratti parasubordinati, che attraverso un questionario ha raccolto 558 risposte. I risultati parlano da soli: l’87% afferma di soffrire di stress, il 73% di ansia, il 68% sente un senso di inadeguatezza. Più del 40% denuncia la sindrome da burnout, attacchi di rabbia immotivati e dipendenza da internet e dai social network. Uno su tre parla esplicitamente di depressione. I fattori maggiormente impattanti sono  l’instabilità e la precarietà, i compensi troppo bassi, il fatto di rimanere sempre connessi e reperibili, e i ritmi frenetici.

Tra le storie raccolte c’è quella di Monica, 31 anni, che è entrata in una redazione come videogiornalista. Si occupava di temi sociali, ambiente e diritti. Per guadagnare uno stipendio dignitoso, aveva dato la massima disponibilità al suo caporedattore: lavorava nei weekend, durante le feste, e aveva la valigia sempre pronta per partire. In ufficio l’avevano soprannominata “Wonder woman”, la donna che non si ferma mai. Lei si sentiva gratificata, ma allo stesso tempo accumulava stress e stanchezza.

«Se tiri troppo la corda, la corda si spezza», dice Monica. E infatti, dopo una serie di trasferte consecutive, un giorno è caduta e si è rotta una gamba, rimanendo bloccata quattro mesi a letto. Da quel momento, ha cambiato modo di approcciarsi al lavoro: non accettava più qualsiasi condizione, chiedeva di avere alcuni giorni di riposo, pretendeva che i suoi diritti venissero rispettati. Il risultato è stato che, gradualmente, è stata messa da parte. «L’idea è che, se non sei disposto ad accettare ogni condizione, forse è meglio che cambi mestiere».

Dall’indagine nasce il nuovo progetto #ComeTiSenti: giornalisti mai più senza rete, che prevede diverse azioni: verrà lanciato il sito www.cometisenti.info, per raccogliere storie e segnalazioni, e fornire strumenti per affrontare situazioni di stress o disagio psicologico. Verrà pubblicato un libro, per raccontare lo stato della salute mentale dei giornalisti italiani. E verranno organizzati eventi sui territori, per aprire il dialogo e aumentare la consapevolezza.

Martedì 21 maggio a Roma si terrà l’evento di lancio del progetto, nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, in via delle Botteghe Oscure 54. All’iniziativa parteciperanno: la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante, il presidente di Casagit Gianfranco Giuliani, Mattia Motta, già segretario aggiunto Fnsi ed ex presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo, Cecilia Anesi di IrpiMedia, Maurizio Franco del Centro di giornalismo permanente. La giornalista freelance Alice Facchini illustrerà i risultati dell’indagine Come ti senti?.

L’obiettivo è duplice: da un lato sensibilizzare sul tema, dall’altro provare anche a fornire risposte ai bisogni emersi e strumenti per affrontare le difficoltà. Perché lo stato della salute mentale dei giornalisti è legato alla qualità dell’informazione, dunque ha un impatto diretto sullo stato di salute della nostra democrazia.


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