La strage sul lavoro avvenuta oggi a Casteldaccia, in provincia di Palermo, dove sono morti 5 operai, asfissiati, mentre erano al lavoro nelle fognature, è l’ennesima tragedia sul lavoro.
Oramai non passa giorno che 3/4 lavoratori (a volte anche di più), perdano la vita sul lavoro.
Basta retorica, basta frasi di circostanza, basta “lacrime di coccodrillo”, per far si che riducano le tante, troppe morti sul lavoro, occorre l’impegno di tutti, a cominciare dalle Istituzioni e da parte del mondo politico.
Sono curioso di leggere, se anche dinanzi a questa ennesima strage sul lavoro, ci sarà qualcuno che le definirà nuovamente, con il termine ipocrita e assurdo “morti bianche”.
Che poi non se capito ancora cosa c’è di bianco in una morte sul lavoro.
Ho fatto appelli, interviste, articoli, perchè la si smettesse una volta per tutte, di usare questo termine ipocrita, che purtroppo ad ogni tragedia sul lavoro, in tanti ancora usano.
Un Paese civile, un Paese che all’articolo 1 (prima parte) della Costituzione Italiana, dice che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, non può avere tutte queste morti sul lavoro.
Una trasmissione di Rai 3, nel 2007, intitolava una puntata sulle morti sul lavoro con “Al lavoro, come alla guerra”, e mai parole furono più vere.
Da allora poco o nulla è cambiato, quello che resta è il dolore enorme dei familiari, che hanno perso un proprio caro sul lavoro.
Famiglie distrutte, che hanno perso un padre, una madre, un figlio, una figlia.
Cosa deve ancora succedere, perchè si dica veramente basta a questa mattanza quotidiana?
Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Firenze
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