Il 25 aprile Articolo 21 , come lo scorso anno, ha reso omaggio al monumento a Giacomo Matteotti sul Lungotevere a Roma, per non dimenticare un martire del fascismo, trucidato 100 anni fa su ordine di Benito Mussolini all’inizio del peggiore regime che l’Italia abbia avuto. La zona del monumento purtroppo è in condizioni di estremo degrado, che una lettrice del Corriere della sera che ha partecipato a quel sit in ha denunciato con una lettera al giornale, che le ha dato ragione, riproponendo la questione al sindaco di Roma.
Ora si è appreso che il sindaco Gualtieri una iniziativa l’aveva presa per ricordare Matteotti, ma aveva proposto una targa commemorativa sulla facciata del palazzo di Via Pisanelli, a pochi passi dal monumento, dove viveva la famiglia Matteotti e da dove il parlamentare socialista fu trascinato via per essere ucciso.
La dicitura, concordata con la Fondazione Matteotti, è questa: «In questa casa visse Giacomo Matteotti (1885-1924) fino al giorno della morte per mano fascista. Roma pose cent’anni dopo in memoria del martire del socialismo e della democrazia».
Sottoposta, come prevede la legge, alla valutazione dei condominio in questione, la targa non è stata accettata con motivazioni come il fatto che esiste da 15 anni una piccola targa posta a sua spese da un condomino e che non cita il riferimento al fascismo ma anche perché la maggioranza dei condomini non ha condiviso il testo del comune.
Nel leggere con sgomento questa notizia ho pensato a quando, meno di due mesi fa, gi studenti di un liceo a Partinico hanno bocciato la proposta di intitolarlo a Peppino Impastato, figura ritenuta troppo divisiva.
Il fascismo, la mafia. Ma davvero per una parte di questo paese queste pagine di storia dono diventate un problema? Ho come una strana sensazione: due anni fa, solo due anni fa, a queste due proposte non ci sarebbero state opposizioni. Oggi è diverso. Oggi chi non condivide la storia democratica, antifascista e legalitaria dell’Italia sente in qualche modo di poterlo esplicitare, di potersene vantare, sente di avere una copertura in alto.
Contro il monumento a Matteotti sono avvenuti nel corso degli anni decine di atti di vandalismo: delinquenti a volto coperto che operavano di notte.
Adesso si può rifiutare una targa di tipo rigorosamente storico probabilmente perché troppo antifascista. Ecco, anche questo significa cercare di riscrivere la storia.
Non ci riusciranno, perché la storia è fatta di nomi, testimonianze, eventi, documenti. E’ la storia. Che del fascismo racconta la ferocia, la tirannia, la soppressione dei diritti e della libertà e i tanti, tantissimi omicidi. E l’orrore di una guerra mostruosa. Ma la preoccupazione è forte e l’allarme dovrebbe essere ben più diffuso.