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La direzione della libertà di stampa

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Secondo il Report di RSF (Reporters without Borders) sull’indice della libertà di stampa 2024, l’Italia ha perso 5 punti, scendendo al 46º posto. La Spagna, ha guadagnato 6 postazioni e si attesta in 30ª posizione.

Non possiamo dire che siano risultati soddisfacenti.

La FAPE (Federación de Asociaciones de Periodistas de España), in occasione del 3 maggio, Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, ha, infatti, diffuso un manifesto con lo slogan “Senza giornalismo non c’é democrazia”, nel quale ha richiesto al Governo, ai partiti politici e alla cittadinanza, di unirsi nella ferma difesa della libertà di stampa e del diritto a un’informazione autentica, basata su principi etici.

Il 21 aprile 2023, la DIRCOM (Asociación de Directivos de Comunicación), con l’approssimarsi delle elezioni generali del 23 luglio 2023, aveva firmato, con la stessa FAPE, un documento in difesa della verità negli scenari elettorali, durante una conferenza con i rappresentanti dei principali partiti politici.

Comunicatori e giornalisti si presentano uniti, come unici baluardi contro le restrizioni dei diritti di espressione e informazione, per evitare che si svuotino di significato.

La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa sembra essere diventata una celebrazione per i pochi che comprendono e rispettano la conquista di poter manifestare liberamente il proprio pensiero, e offrire un’altra narrazione dei fatti. Di contro, i più, coloro che assorbono passivamente le notizie senza approfondire, né analizzare, si lasciano facilmente distrarre dalle gravi tematiche attuali, impegnandosi, magari, in sterili polemiche sull’ultimo post pubblicato.

Assistiamo, purtroppo, alla triste tendenza che, complice la facilità di accesso a social o blog, porta a travisare il significato dell’art.21 della Costituzione, e ad agire una comunicazione vuota, aggressiva, spesso inutile e dannosa. Al riparo di profili falsi o nascosti, si digita tutto ció che viene in mente, senza limiti, sensibilità, etica, educazione, contribuendo a creare disinformazione e sfiducia. Siamo, per ciò, circondati: la censura, la delegittimazione, come tentativi di soppressione del diritto d’espressione del pensiero e della libertà di stampa, da un lato; il mare magnum delle ‘fake news’ e il fiume in piena di scritti e commenti dei ‘leoni da tastiera’, dall’altro.

Il ruolo di giornalisti e comunicatori, sempre meno protetto, é ridotto a quello di ribelli da imbavagliare. Tappare la bocca é la scorciatoia; il contraddittorio equilibrato e argomentato é, invece, indice di civiltà e intelligenza. Diventa, pertanto, doveroso il coinvolgimento popolare, per la formazione delle coscienze e la costruzione di un pensiero critico, che difenda il diritto sancito dall’art.21 della Costituzione Italiana, quale valore fondante di un Paese libero e democratico.


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