I crimini di genere sono crimini di potere e dominazione. Occorre riscrivere la grammatica sociale tra i sessi

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Arriva in Italia, e sarà a Roma e a Bari, la scrittrice, antropologa e attivista argentina Rita Laura Segato, punto di riferimento di Ni Una Menos. Il 17 maggio nella capitale la ricercatrice sociale, già premio Latinoamericano y Caribeño de Ciencias Sociales-CLACSO, presenterà il suo volume “Contro-pedagogie della crudeltà”, primo della collana Transfemminismi del DIN in Gender Studies, diretto da Francesca R. Recchia Luciani per le edizioni Manifestolibri-FactoryA, ora disponibile nella traduzione italiana di Valeria Stabile.

Non è “roba di donne”: la diseguaglianza di genere è l’architrave su cui si reggono le varie forme di dominazione e discriminazione nascoste nell’intera architettura della società umana. Ecco perché femminicidi e altre forme di violenza su corpi femminili si perpetuano, nonostante gli sforzi giuridici e istituzionali con cui si cerca di combatterli. Anzi, addirittura aumentano in questo tempo di disordine globale. Senza un cambio di prospettiva, qualsiasi nuova legge, deterrente, punizione saranno vani. Allora, come agire? “Occorre portare la questione del patriarcato dai margini delle questioni sociali al centro del paradigma attraverso cui pensiamo e interpretiamo il mondo” afferma nelle sue opere Rita Laura Segato, tra le più autorevoli antropologhe sul tema dell’asimmetria di genere. Argentina di nascita, la studiosa ha abbinato all’attività accademica – svolta a lungo presso la cattedra dell’Unesco all’Università di Brasilia – il lavoro sul campo nei teatri delle “nuove guerre” che lacerano l’America Latina, dal Salvador al Guatemala. I suoi lavori sono stati fondamentali per comprendere lo sconcertante fenomeno dei femminicidi seriali a Ciudad Juárez, la città in bilico tra il Messico e gli Stati Uniti nella quale la studiosa ha elaborato le innovative teorie sul mandato di mascolinità, la finalità espressiva dello stupro, la femminilizzazione dei conflitti contemporanei, contenute nel suo celebre lavoro La guerra contro le donne. Secondo Segato il compito dell’intellettuale è fornire le parole con cui decifrare la realtà, svelando quanto debba essere conservato e quanto abolito, nella convinzione che, ciò che non è nominato, non esiste nell’orizzonte mentale e, quindi, di fatto, viene negato. Al contrario, quando diviene parola può essere impiegato come strumento di comprensione, condizione indispensabile al cambiamento sociale. Vantaggioso per tutti, in primis per gli uomini, prime vittime del patriarcato o, meglio, del mandato di mascolinità. Segato considera che la violenza contro le donne nel mondo è correlata al momento mondiale in cui la “proprietà” irrompe nell’inconscio collettivo: gli uomini obbediscono a un comando di mascolinità, che è un comando di potere, così da mettere alla prova il loro dominio attraverso il corpo delle donne. In questo senso, indica il collegamento esistente tra uno stupro e una dimostrazione di potere: lo stupro non si basa sul desiderio sessuale, non è la libido incontrollata e bisognosa degli uomini, perché non è nemmeno un atto sessuale, al contrario è un atto del potere, di dominio, è un atto politico.

In quest’ottica diseguaglianze, discriminazioni e violenza di genere sono fattori sociali strettamente correlati, perché accomunati dalla medesima ideologia capitalistica che riduce tutto a possesso, anche le relazioni interpersonali. Finalmente tradotto in italiano, Contropedagogie della crudeltà è ritenuto un saggio dal valore fondativo per i movimenti femministi intersezionali sugli atti e le pratiche che programmano i soggetti a trasformare ciò che è vivo in cose: un processo guidato esclusivamente dalla convenienza, compreso lo sfruttamento sessuale, come atto di consumo caratterizzante ogni ambito sociale di questa fase del capitalismo. I soggetti più a rischio sono le donne con le loro precarietà e diversità, le disabili e le persone migranti: per questo occorre lavorare sul riconoscimento delle differenze e sul rispetto dell’alterità.

Se ne discuterà con l’autrice il 17 maggio alle 11,30 in un incontro alla Libreria Zalib – Centro Giovani a Trastevere e in un appuntamento pubblico alle 18 da Esc Atelier Autogestito, alla presenza di ricercatrici, studiose e attiviste di Non Una Di Meno Roma. Si proseguirà poi, il 20 maggio a Bari, con una lectio magistralis di Segato all’Università, ospite del primo Dottorato di Interesse Nazionale in Gender Studies, e nel pomeriggio alla libreria Laterza per la presentazione del volume. Le iniziative sono un’occasione per sperimentare la collaborazione tra il DIN in Gender Studies, Manifestolibri e la collettiva transfemminista FactoryA – Pensieri Scorretti. Come sottolinea la professoressa Francesca R. Recchia Luciani, direttrice della collana e coordinatrice del Dottorato, “non è soltanto un’occasione straordinaria di incontrare una delle più influenti studiose femministe del mondo, ma anche di rilanciare gli studi di genere in Italia attraverso ampie contaminazioni tra saperi e forme di militanza”.


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