Gaza, MSF: ”Israele metta fine alla sua campagna di morte e distruzione”

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Gaza, MSF: ”Israele metta fine alla sua campagna di morte e distruzione”. Intanto è stato evacuato punto di stabilizzazione supportato da MSF a Rafah. A poche ore dalla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede la fine immediata dell’offensiva a Rafah e delle atrocità in corso nella Striscia di Gaza. La strategia militare di Israele di lanciare ripetuti attacchi in aree densamente popolate porta inevitabilmente all’uccisione di massa di civili.
“È un massacro di civili. La popolazione viene spinta in aree che si pensava sarebbero state sicure, per poi essere sottoposta a incessanti attacchi aerei e a pesanti combattimenti” afferma Chris Lockyear, Segretario Generale di MSF. “Intere famiglie, composte da decine di persone, sono ammassate in tende e vivono in condizioni estremamente difficili. Oltre 900.000 persone sono state nuovamente sfollate con la forza dopo che le forze israeliane hanno intensificato l’offensiva su Rafah all’inizio di maggio”.
Questa notte il personale medico e i pazienti del punto di stabilizzazione supportato da MSF a Tal Al-Sultan, a Rafah, sono stati costretti a fuggire a causa dell’intensificarsi delle ostilità nell’area, bloccando di fatto tutte le attività mediche nella struttura. È l’evacuazione forzata di un’altra struttura sanitaria, che arriva 24 ore dopo che le forze israeliane hanno effettuato un attacco aereo su quella che avevano designato come “zona sicura”, uccidendo almeno 49 persone e ferendone oltre 250. Il personale del punto di stabilizzazione ha registrato un afflusso di 180 feriti e 31 morti, con pazienti affetti da gravi ustioni, ferite da schegge, fratture e traumi. Questi pazienti sono stati stabilizzati e trasferiti negli ospedali da campo situati ad Al-Mawasi, poiché non ci sono ancora ospedali traumatologici funzionanti in grado di far fronte a un simile evento di massa. Oggi, secondo le autorità sanitarie locali, 21 palestinesi sono stati uccisi e 64 feriti dopo che le forze israeliane hanno bombardato un altro campo ad Al-Mawasi. “Per tutta la notte abbiamo sentito scontri, bombardamenti e lanci di razzi. Nessuno sa cosa stia succedendo esattamente” dice la dottoressa Safa Jaber, ginecologa di MSF che vive nel campo di Tal Al-Sultan con la sua famiglia. “Abbiamo paura per i nostri figli e per noi stessi. Non ci aspettavamo che questo accadesse all’improvviso. Dove possiamo andare? Stiamo lottando per trovare il minimo indispensabile di cui ogni essere umano ha bisogno per rimanere in vita”. La scorsa settimana, la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di interrompere immediatamente l’offensiva militare a Rafah e di far entrare gli aiuti umanitari, di cui c’è disperato bisogno, e di assicurarsi che raggiungano chi ne ha bisogno. Ma da quel momento l’offensiva israeliana nel sud di Gaza si è intensificata, nessun aiuto significativo è entrato nella Striscia dal 6 maggio e gli attacchi sistematici all’assistenza sanitaria sono continuati. Tutti i paesi che sostengono le operazioni militari di Israele in queste circostanze sono moralmente e politicamente complici. Chiediamo a tutti gli stati, in particolare a Stati Uniti, Regno Unito e ai paesi dell’Unione Europea, di fare tutto ciò che è in loro potere per influenzare Israele a fermare l’assedio in corso e i continui attacchi ai civili e alle infrastrutture civili di Gaza. Dopo quasi otto mesi dall’inizio di questa guerra, a Gaza non c’è più una sola struttura sanitaria in grado di gestire un grande afflusso di pazienti come quello di ieri. Ieri un attacco aereo all’ospedale Kuwaitiano di Rafah ha ucciso due membri del personale e messo fuori servizio la struttura. Quasi tutti gli ospedali di Rafah sono stati evacuati con la forza e sono fuori servizio o a malapena funzionanti, senza possibilità di fornire o accedere a cure mediche. “Centinaia di migliaia di civili sono sottoposti a una brutale e implacabile dimostrazione di punizione collettiva” afferma Karin Huster, referente medico del progetto MSF a Gaza. “Oltre ai bombardamenti, i gravi blocchi degli aiuti ci rendono impossibile aiutare in modo significativo. Le persone muoiono anche perché agli operatori umanitari viene impedito di fare il loro lavoro”.  I bombardamenti israeliani e i pesanti combattimenti continuano a devastare anche il nord della Striscia, quasi inaccessibile per gli operatori umanitari. Gli ospedali del nord sono sotto attacco e sono stati oggetto di vaste distruzioni, tra cui gli ospedali Al-Awda e Kamal Adwan, bombardato dalle forze israeliane proprio oggi. Negli altri ospedali, come l’ospedale Al-Aqsa di Deir al Balah e l’ospedale Nasser di Khan Younis, scarseggia il carburante e potrebbero presto non essere più funzionanti. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di rispettare e proteggere le strutture mediche, il personale sanitario e i pazienti. Chiediamo a Israele di interrompere immediatamente l’offensiva su Rafah e di aprire il valico di Rafah per far entrare gli aiuti umanitari e medici su larga scala. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e duraturo in tutta la Striscia.

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