Il presidente del comitato che si oppone alla realizzazione di un’altra autostrada nel Lazio, la Roma Latina per la precisione, sta parlando ad un incontro di Sinistra Italiana davanti ad un pubblico non numeroso, all’interno di un museo moderno, interamente realizzato da un privato a Latina. Ha trasformato l’officina di famiglia in uno straordinario percorso tra auto e pezzi introvabili che fanno (anche) da contorno ad una sala convegni dove c’è spazio per tutti. Non ci credi che sei Latina, sembra piuttosto un pezzo di Emilia e, in fondo, gli emiliani quaggiù sono molti, immigrati durante la bonifica. Si contesta la costruzione di nuove e gigantesche opere viarie come potrebbe essere l’autostrada Roma-Latina, arrivata al suo terzo progetto in venti anni e con un costo lievitato ormai alla cifra record di 5 milioni di euro. Ma questo non è un tema per la campagna elettorale delle elezioni europee che ormai ruotano attorno alle promesse economiche, ai condoni, al sovranismo e, se va bene, alla pace nel mondo. In questo piccolo angolo di mondo invece c’è il comitato civico anti autostrada che prova a spiegare perché sarebbe più dannosa che utile, ma soprattutto prova a farsi sentire.
C’è una campagna elettorale figlia di un dio minore che si muove in un’Italia più piccola e lenta, dove le persone, in genere poche, ascoltano temi, proposte, poi si fermano a parlare con i candidati. Disperatamente questo tassello del grande puzzle del Paese in eterna lotta per un poltrona, cerca di avere spazio. Quanto sia difficile lo spiega il comitato. “Impossibile sperare nella grande stampa, tutti i partiti in tutti i Comuni, in Provincia, in Regione si sono già schierati per promuovere la realizzazione di una strada che sarebbe un controsenso e collegherebbe un breve pezzo di Lazio a Roma, lasciando intatti traffico, pericolosità, tasso di mortalità su tutto il resto delle altre strade”. Per questo l’intervento dei componenti del Comitato sfora i tempi prestabiliti del dibattito.
Ma ne valeva la pena.
Imbucarsi nei comizi piccoli serve e tanto. E’ lì che sta il Paese reale, defilato rispetto alle convention esorbitanti dei teatri, dei circoli, nelle piazze dove “più siamo, più contiamo”, dove è più utile farsi vedere che stare a sentire.
Le proteste dei membri del Comitato, domani, fuori dal museo Giannini di Latina, non le vorrà sentire più nessuno, resteranno un fastidioso brusio nel colossale consenso per l’autostrada prossima ventura. Nelle loro parole si riflette la fatica di fare breccia nella ferrea cortina dell’informazione che, perlopiù, parla di sagre fantastiche dei prodotti made in Italy.
Di incontri elettorali come questi se ne conteranno a centinaia nei piccoli e medi centri italiani, appuntamenti con elfi superstiti che parlano di ambiente, sostenibilità, piaga della corruzione legata alle cosiddette grandi opere. Per scoprirli bisogna andare a cercarli nei comizi minori. I migliori.