Ecco cosa è accaduto davvero ai cronisti fermati dalla polizia. Ora il caso nell’Osservatorio del Ministero

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Angela Nittoli, la giornalista fermata mentre si recava a seguire la manifestazione di Ultima Generazione a Roma, ha raccontato alla riunione di oggi di Articolo 21 cosa è veramente accaduto quel giorno. Una testimonianza straordinaria oltre che un resoconto preciso di cosa sta succedendo all’informazione in Italia.
“Quella mattina, come sempre accade, gli attivisti avevano dato appuntamento ai cronisti che seguono le loro manifestazioni non sul luogo preciso ma nei paraggi e infatti ci siamo visti in un bar e poi ci stavamo dirigendo versi il luogo della protesta; in quel percorso siamo stati fermati da gruppo di agenti.  – ha detto Angela Nittoli – Hanno chiesto di identificarci, abbiamo dato le nostre carte d’identità e il tesserino professionale. Abbiamo detto subito che eravamo giornalisti, sembrava un normale controllo, invece poi siamo stati trattenuti per circa un’ora e mezza. Era già capitato di essere identificati per strada alle iniziative di Ultima Generazione. Invece questa volta gli agenti sul posto hanno chiamato la Volante e siamo stati fatti salire, ci è stato detto che gli zaini e gli effetti personali dovevano stare nel bagagliaio e ci hanno portati al commissariato di Castro Pretorio, in una stanza che era una vera e propria cella, c’erano anche delle macchie di sangue secco sula seduta in cemento. Io ho chiesto di andare in bagno e la poliziotta che mi ha accompagnata mi ha detto di non chiudere la porta e di lasciarla socchiusa, siamo stati trattenuti per un’ora e mezza”.
Roberto Di Matteo, anch’egli ospite della riunione di oggi, ha riferito di avere avuto la “percezione di una situazione in cui gli agenti non sapessero di non poterci fermare, dico proprio una lacuna di formazione. Poi ho visto tanta arroganza, tanta ignoranza ma quello che dà più fastidio è la ‘pezza’ messa dalla Procura perché è falso che non ci siamo qualificati come è falso che non avevamo il tesserino. Questo non si dovrebbe fare. Non dovremmo assistere a queste cose. Io sabato ho rincontrato l’agente che mi ha fermato e gli ho detto ‘si ricorda di me?’. Mi ha detto: ‘no’. Gli ho replicato: ma come, mi ha fermato due giorni fa… e lui ha fatto il vago e lì sono intervenuti tutti gli altri. Per quanto riguarda ciò che è stato scritti sul comunicato abbiamo ‘solo’ la parola nostra contro la loro. I colleghi che hanno riportato quella nota integralmente come se fosse un errata corrige credo che abbiano fatti un gesto  un po’ vigliacco. Circa gli agenti – ha concluso Di Matteo – credo che fossero impreparati. Dicevano: io ho il manuale in macchina e so quello che devo fare, quello che posso o non posso fare dicevano a noi e agli attivisti. In pratica sostenevano: ‘Io so qual è la procedura e tu no, tu devi fare quello che dico io’. Poi lì non si può litigare, li abbiamo seguiti per quieto vivere ma mai mi sarei aspettato di stare oltre un’ora in una cella. Io sono cresciuto in un mondo in cui questi problemi non ci sono mai stati. Per mia ingenuità li giudico casuali, frutto di impreparazione, ma altri più maturi di me mi dicono che sono segnali gravi e allora ci sono momenti in cui hai paura”.

Per Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale dei presidi di Articolo 21, “purtroppo non è il primo caso, per questo mi auguro che le istituzioni dei giornalisti facciano un incontro con i giornalisti minacciati, questa storia non è casuale. Al di là della volontà dei piani superiori sono oggettivamente delle intimidazioni, non si può scaricare sui singoli colleghi perché non li si può sovraesporre”.
Secondo Elisa Marincola, portavoce nazionale di Articolo 21 ” non solo siamo di fronte ad una violazione del diritto di cronaca ma è anche azione di contrasto al dissenso, perché questi colleghi, anche se non si fossero qualificati, sarebbero stati dei semplici cittadini che stavano semplicemente in un luogo, nei pressi di quella che è stata una manifestazione di dissenso di Ultima Generazione. Credo che vada sottolineato che c’è un legame tra azioni continue di impedimento del dissenso e ciò che si fa per impedire che vengano raccontate”.
Il Presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, intervenuto alla riunione di oggi ha detto che è stata già chiesta al Ministero dell’Interno una riunione urgente dell’Osservatorio sui cronisti minacciati, nella quale verranno portati tutti gli episodi di abusi nei confronti di giornalisti impegnati nel racconto di manifestazioni, compreso l’ultimo grave episodio di Roma e verrà anche sottoposta la vicenda delle minacce social gravissime a Giuseppe Giulietti, fondatore e coordinatore di Articolo 21. Vicenda già segnalata sulla piattaforma europea degli alert sulle minacce alla libertà dei media in Europa. Specialmente chi è free lance come me. Noi siamo canne al vento ci spezziamo facilmente”.


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