Far conoscere il giornalismo agli studenti delle scuole, ricordando i giornalisti e gli operatori dell’informazione che hanno perso la vita mentre esercitavano la propria professione. Di questo si è parlato ieri a Ronchi dei Legionari alla vigilia della Giornata mondiale della Libertà di stampa che si ricorda oggi (venerdì 3 maggio) in tutta Italia. La proposta arriva dall’associazione Leali delle Notizie. Nella tensostruttura di piazzale Martiri delle Foibe sono stati ospitati gli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Ronchi e Doberdò del Lago, quelli dell’Isis Pertini di Monfalcone e dell’Isis di Portogruaro che – attraverso la realizzazione di alcuni racconti video – hanno reso noti i risultati dei laboratori sulla comunicazione e la legalità facendo degli approfondimenti sulla figura del giornalista, quella del freelance, del fotoreporter e del corrispondente di guerra. Di assoluto rilievo sono state poi le testimonianze offerte al giovane pubblico da parte dei familiari di Andrea Rocchelli, Mario Paciolla, Italo Toni e Graziella De Palo. Tutti loro sono stati giornalisti rimasti uccisi mentre svolgevano la propria attività e per i quali si continua a chiedere verità e giustizia. Tra i primi testimoni a salire sul palco ci sono stati Aldo Toni e Nico De Palo, entrambi parenti di Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti scomparsi in Libano nel 1980. Il caso, legato ad approfondimenti sul traffico di armi, è ancora coperto dal Segreto di Stato. «Pare che i servizi segreti e pezzi deviati dello Stato abbiano fatto calare una coltre di silenzio sulla vicenda» afferma Nico De Palo. Per Aldo Toni, la richiesta di verità e giustizia si rivela un continuo «muro di gomma, ma tenere viva la loro memoria è il nostro impegno». A parlare del cooperatore internazionale Mario Paciolla, sono stati i suoi genitori Anna Motta e Pino Paciolla. Il fascicolo giudiziario su Mario non è stato ancora chiuso nonostante ci siano stati dei tentativi giuridici – colombiani e italiani – di mettere la parola fine (per presunto suicidio) sul caso.
Sono intervenuti anche i familiari di Andrea “Andy” Rocchelli, il fotoreporter pavese che perse la vita all’età di 30 anni assieme al suo collega e amico Andrej Mironov, giornalista e attivista politico russo, nelle vicinanze della città di Sloviansk, nell’Ucraina orientale, mentre stava documentando le condizioni dei civili durante il conflitto del Donbass. «Coinvolgervi è importante – sono le parole di Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie, rivolto agli studenti presenti – è fondamentale scrivere e dire quello che abbiamo nel nostro cuore e nella nostra coscienza.Non bisogna aver paura di farlo e rispettare le regole deontologiche».
Di «importanza cruciale» del tema e di «libertà di stampa come pilastro della democrazia» ha parlato il sindaco Mauro Benvenuto. «Fare giornalismo è raccontare ciò che sta dietro a propaganda e facili messaggi promozionali di qualcuno» così Gianluca Amadori, in rappresentanza dell’Ordine nazionale dei giornalisti che ha portato il saluto del presidente Carlo Bartoli.
ra i presenti all’iniziativa, anche il presidente dell’ordine regionale Cristiano Degano, la presidente di Articolo 21 Fvg, Fabiana Martini con il coordinatore nazionale Beppe Giulietti, il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti e l’assessore alla cultura Monica Carta. «Ronchi dei Legionari fa un lavoro civico straordinario – commenta Giulietti – oggi è capitale europea della libertà d’informazione. È anche simbolo del rispetto della libertà e per tutti le donne e gli uomini di qualsiasi razza e colore».
Al termine degli interventi è stato dato spazio alla “Passeggiata della Libertà Stampa e di Espressione” che ha coinvolto gli studenti. La manifestazione di oggi gode del patrocinio del Comune di Ronchi dei Legionari, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e dell’Ordine regionale, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, del Circolo della Stampa di Trieste, di Articolo 21, di Articolo 21 – Presidio regionale del Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin.