Si è svolto davanti all’Area Sacra di Largo Argentina di Roma un sit in per la libertà di Julian Assange. La manifestazione, promossa da FreeAssange Italia, cui hanno partecipato diverse associazioni a partire da Articolo21, che con Enzo Nucci, Roberto Secci e Vincenzo Vita, ha voluto “celebrare” i cinque anni di detenzione del fondatore di WikiLeaks nel carcere speciale londinese di Belmarsh.
Non si deve abbassare la guardia, ha sottolineato Marianela Diaz per i comitati. E’ vero che si sussurra che qualche novità diplomatica sia in corso, dopo le affermazioni del Presidente statunitense Biden. Quest’ultimo, infatti, durante un incontro con il premier giapponese, ha risposto positivamente a chi gli chiedeva se si stesse muovendo. Del resto, dall’Australia era arrivata la richiesta di rilasciare Assange. E si chiede a Biden di alleggerire la pressione sulla giustizia del Regno Unito per ottenere l’estradizione. E’ prossima la decisione dell’Alta Corte sull’appello contro simile scelta del collegio di difesa. Tale apertura è stata apprezzata dalla moglie avvocata Stella Moris e dal fratello Gabriel Shipton. Ci uniamo all’auspicio, perché la condanna di Assange sarebbe la condanna dell’intero diritto di cronaca. Nel corso del sit in ha preso la parola lo scultore dell’installazione che innestò la miccia delle mobilitazioni “Anything to say” Davide Dormino. L’opera -che raffigura Assange, Manning e Snowden con una sedia vuota per chi vuole prendere la parola- sarà portata in diverse realtà italiane. Si sono sentite le voci di attiviste e attivisti, per dare il segno della volontà di continuare una lotta decisiva. Articolo21 ha ribadito la sua partecipazione attiva, fino alla liberazione di Julian Assange, che ha la tessera ad honorem dell’Associazione.