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I partiti tornano a chiedere fondi pubblici. Sarei favorevole, ma solo come premio di risultato. Bastano pochi indicatori per costruire l’algoritmo di finanziamento. Tipo: presenze in aula (più fondi), avvisi di garanzia, rinvio a giudizio, condanne, sentenze passate in giudicato di iscritti (meno fondi), riduzione evasione fiscale (più), aumento del debito pubblico (meno), riduzione tempi medi delle liste d’attesa sanitaria (più), riduzione tempi medi sentenze, esclusa prescrizione (più), riduzione morti sul lavoro (più), riduzione dispersione scolastica (più), aumento espatrio giovani (meno), maggiore integrazione lavorativa stranieri (più).Mi fermo qui, ma dopo una prima fase sperimentale, il gruppo di valutazione insediato in un ente terzo (CNEL?) potrebbe ampliare e aggiornare il ‘’paniere’’ di indicatori, da comunicare all’inizio della legislatura, per fare il calcolo dei contributi alla sua fine. La ratio è semplice: cari partiti, se volete fondi pubblici, dove dimostrare di aver migliorato il Paese con disciplina (correttezza) e onore (priorità dell’interesse pubblico).
