Giovedì 9 maggio si svolgerà a Trieste la cerimonia in cui verranno annunciati i nomi dei finalisti del premio giornalistico Grilz per giovani reporter under 40. È la prima assegnazione ufficiale di questo premio di giornalismo intitolato al neofascista triestino. Una vergogna per Trieste democratica e antifascista.
La biografia agiografica pubblicata nel sitoufficiale https://premioalmerigogrilz.it/ omette completamente il passato neofascista di Almerigo Grilz che nelle scorribande violente del Fronte della Gioventù amava esibirsi nel saluto nazifascista. Espulso dall’Università per comportamento violento, si rese protagonista di spedizioni antislovene nei paesi del Carso e nelle frazioni periferiche di Trieste. Un discutibile esempio per i giovani giornalisti che ambiscono al premio.
Negli anni ’80, mentre i pediatri triestini del Burlo Garofolo erano impegnati in Mozambico in una missione umanitaria di cooperazione, Grilz stava con le bande antigovernative del RENAMO, tagliagole prezzolati responsabili di stupri, massacri e mutilazioni e responsabili dell’uccisione di almeno 8.000 bambini. Non risulta che Grilz abbia mai fatto parola di quelle stragi di civili, dimostrando di essere stato non solo privo della necessaria pietas, ma anche omissivo: non proprio un obiettivo reporter di guerra.
Ma sotto il profilo giornalistico più di tutto sgomenta quanto scritto da Grilz in un articolo pubblicato negli anni ottanta (Trieste Domani, 1983), a quattro anni dalla morte: “L’unica terza via possibile è, quella creata da Benito Mussolini (..) Non basta proclamarsi continuatori del Fascismo a parole. Scorriamo le fotografie di allora: gli squadristi che bruciano l’Avanti, il Duce alla testa delle camicie nere, la trasvolata di Italo Balbo, le bonifiche, i volontari in Spagna contro il comunismo. Tutto è movimento, lotta, mobilitazione, entusiasmo. (..) Benito Mussolini ci ha lasciato qualcosa di immensamente grande: un’Idea. Facciamola vivere e marciare, nell’Italia di oggi, verso il futuro.”
Questo pezzo di sconcertante celebrazione del ventennio rappresenta un esempio di vera e propria apologia di fascismo.
Sulla base di queste considerazioni, come cittadini e associazioni democratiche di Trieste chiediamo di non avallare la celebrazione del giornalista Grilz, una figura che in nessun modo può rappresentare un modello professionale (e tanto meno umano e politico) per i giovani reporter.
In particolare si chiede: