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Qualche dato sugli studenti per i ministri Salvini e Valditara

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Recentemente il ministro Salvini ha dichiarato che sarebbe utile introdurre un tetto del 20% agli alunni stranieri in aula riprendendo il più vago ministro Valditara che aveva parlato solamente della maggioranza degli studenti. Ciò che verrebbe naturale da chiedersi in questo momento è come sia possibile che un ministro, anzi due, avanzi una proposta tanto razzista e xenofoba con così tanta tranquillità e nonchalance.
Ma dato che, molto probabilmente il ministro Salvini in una scuola multietnica non ci è mai entrato o continua a seguire la narrazione dell’invasione straniera e della sostituzione etnica (o ambedue le cose), ne approfitto per fornire un po’ di dati che potrebbero aiutarlo nella comprensione di questo fenomeno, sicuramente di difficile interpretazione. Sicuramente lo conforterà il fatto che questi dati provengano da un report del 2023 che si riferisce all’anno scolastico 2021/2022 del ministero dell’istruzione e del merito presieduto dal suo compagno (o forse è meglio collega) di partito Valditara.
Dunque, durante l’anno scolastico 2021/2022 gli studenti stranieri che frequentavano le scuole italiane erano 872.368, il 10,6% del totale degli studenti (8.261.011). Potremmo fermarci qui con l’analisi per dire che prima di tutto non esiste nessuna invasione e soprattutto che è inutile mettere un tetto del 20%. Ma andiamo più nel dettaglio facendone una questione numerica: dal 1999 il numero di studenti stranieri è aumentato di circa il 750%, passando dal 1,9% al 10,6% sul totale degli studenti. Osserviamo quindi un aumento esponenziale del numero di alunni stranieri dovuto sia all’aumento degli ingressi che alla presenza dei figli di immigrati di prima generazione. Inutile dire che non dobbiamo vederlo come un dato negativo quanto come un fattore positivo per noi studenti in quanto ci permette di entrare in contatto con decine di culture, lingue e tradizioni diverse tra loro che non fanno altro che accrescere il nostro patrimonio culturale…altro che sostituzione etnica, ci rubano il lavoro, eccetera…

Se andiamo a vedere i dati più nel dettaglio, studiando la percentuale per ogni grado d’istruzione osserviamo come nella scuola dell’infanzia gli studenti senza cittadinanza italiana siano 154.426 pari cioè all’11.7% degli studenti totali, nella scuola primaria sono 312.713 pari al 12.4%, in quella secondaria di primo grado 188.234, l’11.2% e in quella secondaria di secondo grado sono 216.987 pari all’8%. Notiamo subito come la percentuale sia più alta nelle fasce d’età minori dal momento che spesso si tratta dei figli di immigrati di prima generazione ma comunque parliamo sempre di cifre minori del 20% fantasticato da Salvini o del 50% ipotizzato invece da Valditara. Bisogna però evidenziare che il 25% degli studenti stranieri frequenta scuole lombarde e che in alcune scuole effettivamente la percentuale degli studenti stranieri nelle aule superi il 20% con il caso isolato di Prato con quasi 1 studente ogni 3 studenti italiani.

Io, come i ministri, ho parlato di numeri e percentuali senza affrontare la parte più umana della questione. Spesso ci scordiamo del fatto che quando parliamo di stranieri ci riferiamo a persone che la maggior parte delle volte hanno un background migratorio o che vivono in condizioni di povertà, e che, nonostante le numerose difficoltà che devono affrontare quotidianamente in un Paese con una sottocultura razzista e xenofoba alimentata da una classe politica figlia di uno dei più spregevoli populismi, decidono di andare a scuola e di rapportarsi con una lingua che magari non conoscono completamente. Credo che la scuola sia l’ultima barriera che ci protegge dal collasso sociale, nel senso che se crolla anche la scuola, intesa come istituzione scolastica, non ci sarà più niente tra i giovani e una cultura reazionaria, razzista, nazionalista e xenofoba imposta dall’alto. Quindi ricordiamoci sempre che la chiusura non è mai la risposta per un’integrazione giusta e utile a tutti. Solo aprirsi al “diverso” ci permettere di crescere ed evolverci prima come individui e poi come società in generale, mentre chiudersi, mettere un tetto o dei limiti, provoca ignoranza che a sua volta scaturisce in razzismo, esclusione e violenza.

Inoltre, vorrei soffermarmi un attimo sul concetto di “invasione”. So che può sembrare superfluo, inutile o scontato ma mi sono accorto di quanto sia un concetto ormai impresso nella nostra sottocultura, e lo farò nuovamente con dei dati. Gli studenti stranieri nati in Italia sono 588.986, pari al 67.5% degli studenti senza cittadinanza. Nella scuola dell’infanzia sono l’83% mentre nella scuola primaria sono circa il 73%. Questi dati ci mostrano inequivocabilmente che non esiste nessuna invasione, ma che più di due terzi degli studenti stranieri è nato in Italia e che quindi molto probabilmente parla italiano (per rassicurare il ministro Salvini che si chiedeva come sarebbe stato possibile per una maestra insegnare ad una classe di studenti stranieri).
Infine, quando identificano lo straniero come “l’africano che ha il cellulare nei cpr e pretende anche di mangiare bene” sbagliano, e sbagliano di grosso. Non dirò quanto sia infantile, banale, stupido e vergognoso questo luogo comune perché non voglio sprecare righe e parole importanti per una sciocchezza (usando una parola molto neutra) del genere, però vorrei evidenziare la provenienza degli studenti senza cittadinanza italiana così da sfatare una volta per tutte il mito dello straniero africano. Gli studenti stranieri in Italia vengono principalmente da Romania e Albania (rispettivamente 151.735 e 116.931 alunni), il terzo Paese, il primo tra quelli africani, è il Marocco con 111.837 il 75,5% dei quali però è nato in Italia. Al quarto posto troviamo la Cina con circa 50.000 studenti, al quinto troviamo il secondo Paese africano, l’Egitto, con 34.176 studenti, il 53% dei quali è nato in Italia. Per trovare un altro Paese africano dobbiamo sorpassare Paesi come India, Moldavia, Filippine e Pakistan e troveremo allora la Tunisia con circa 22.000 studenti, con 20.000 l’Ucraina, più della Nigeria (18.000). Allora chiediamoci infine quanti studenti stranieri vengono dalla Libia, Paese da anni al centro del dibattito sull’immigrazione. Gli studenti stranieri che vengono dalla Libia sono 737, pari allo 0,084% del totale, meno di Stati Uniti, Polonia, Serbia o Bosnia, solo per citarne alcuni. Dobbiamo notare anche il fatto che dal continente africano vengono solo il 27,5% di tutti gli studenti di fronte al 44% dall’Europa, il 20,5% dall’Asia e il 7,8% dall’America.

Allora viene naturale chiedersi cosa fare con un numero così alto di studenti stranieri che però sono nati in Italia e frequentano le scuole italiane, nelle nostre stesse condizioni, anzi spesso con mezzi diversi, ma che davanti alla legge sono considerati come (non)-cittadini di serie b. Io credo che una delle soluzioni che favorisca l’integrazione ma soprattutto lo scambio tra cittadini italiani e stranieri sia la concessione della cittadinanza, tramite lo Ius Scholae, che dobbiamo smettere di vedere come un simbolo di appartenenza territoriale, per nascita, ma come un simbolo di condivisione e scambio di culture: “italiano” non deve essere solo chi nasce in Italia da genitori italiani, ma chi studia, lavora e vive in Italia in quanto parte costitutiva della società.

Concludendo, spero vivamente che il ministro prima o poi legga i report che il suo ministero gli procura e che li sappia interpretare, fino a quel momento continueremo a denunciare l’incompetenza e l’ignoranza di una classe politica che ogni giorno allontana i giovani dalla cosa-pubblica, dalla cittadinanza e dal concetto di società come unione e scambio di culture.
(Nella foto il Ministro Matteo Salvini)


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