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Moby Prince, a Livorno e a Montecitorio gli appuntamenti per la commemorazione nel 33esimo anniversario

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Moby Prince, a Livorno e a Montecitorio gli appuntamenti per la commemorazione nel 33esimo anniversario.

L’augurio dei familiari delle vittime: “La nuova commissione di inchiesta faccia piena luce sulle cause della tragedia costata la vita a 140 persone”.

Domani 10 Aprile, 33esimo anniversario della tragedia del traghetto Moby Prince, si terrano le celebrazioni commemorative delle 140 vittime presso il Comune di Livorno, alla presenza di Nicola Rosetti della Associazione 140, e, per la prima volta, nell’Aula di Montecitorio dove sarà presente Luchino Chessa, presidente della Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince, che sarà ricevuto dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

Anche questo anniversario è l’occasione per rinnovare la richiesta di verità e giustizia. Da poche settimane si è insediata la nuova commissione parlamentare di inchiesta, la terza su questo tema, che dovrà fare piena luce su quanto accaduto la notte del 10 Aprile 1991 nella rada del porto di Livorno e individuare le cause che portarono alla collisione tra il traghetto della Moby (allora Navarma) e la petroliera Agip Abruzzo di Eni. La commissione è presieduta dall’Onorevole Pietro Pittalis di Forza Italia.

«Ci auguriamo che la commissione di inchiesta possa completare il lavoro fatto fin qui dalle due precedenti commissioni e mettere la parola fine su questa tragica vicenda. Siamo a disposizione del presidente Pietro Pittalis e di tutti i commissari per portare questa battaglia fino alla fine» è l’augurio di Luchino Chessa e Nicola Rosetti che proseguono: «Adesso abbiamo la possibilità di arrivare alla verità sulle cause del più grande disastro della marineria italiana, che è anche la più grande strage sul lavoro con ben 65 membri dell’equipaggio morti adempiendo al proprio dovere. Grazie alle due precedenti commissioni di inchiesta, che hanno fatto un ottimo lavoro in spirito bipartisan, oggi sappiamo che le sentenze giudiziarie sulla collisione con la petroliera Agip Abruzzo sono state palesemente incomplete ed infondate.

La vita a bordo del traghetto durò molto di più di mezz’ora, i soccorsi si diressero solo verso la petroliera di Eni, Agip Abruzzo, e dopo appena due mesi le parti sottoscrissero un accordo assicurativo (di fatto un accordo di non aggressione) che ha segnato tutta questa tragica vicenda. Per noi familiari sono stati 33 anni di sofferenze, rabbia e frustrazioni; ma adesso si tratta di mettere la parola fine su quanto accaduto quella sera. Abbiamo lottato, per molti anni da soli, per arrivare a questo punto; e non intendiamo fermarci adesso. Guardiamo con fiducia alla nuova commissione di inchiesta che deve mettere la parola fine su questa dolorosa vicenda. Come ha scritto il presidente Mattarella nel messaggio per il trentesimo anniversario: “Sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostanze che l’hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce”».

 


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