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L’antifascismo è un obbligo morale. Lo si introduca all’articolo 1 della Costituzione

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La criminalizzazione del pensiero critico, la censura del dissenso, l’intolleranza verso ogni diversità (non solo di pensiero), sono sempre stati – ovunque e in ogni epoca – i primi vagiti delle dittature, dei regimi illiberali, dei sistemi politici autoritari, assolutisti o autocratici. Per dare una parvenza di legittimazione alla risposta repressiva con la quale i governi autoritari impediscono la libertà di pensiero si è sempre ricorso alla individuazione di nemici e complotti che attentano alla  sicurezza del Governo e della Nazione, laddove il Governo si identifica con la Nazione e la Nazione con il Governo. Questi furono gli elementi di base sui quali si fondarono il nazismo e  anche il Fascismo; questi sono ancora oggi i metodi che ispirano i governi assolutisti; questi sono anche gli elementi emersi finora da tutta l’azione politica messa in campo dall’attuale Governo della Destra italiana. Dobbiamo forse dedurne che abbiamo alle porte il rischio di un ritorno in Italia del fascismo in fez e camicia nera? Certamente no, anche perché la storia non si ripete mai sotto le stesse sembianze. Tuttavia è evidente   che siamo di fronte ad alcune pericolose distorsioni della prassi politica e di proposte legislative che rivelano la persistenza di  una cultura politica che è ancora quella fascista. La punta dell’iceberg si vede nella insuperabile difficoltà degli esponenti di Fratelli d’Italia a dichiararsi antifascisti. A tale riguardo  appare come segno di infantilismo politico insistere ossessivamente affinché la destra oggi al potere in Italia si dichiari antifascista, perché non può dichiararsi antifascista chi antifascista non è e non può esserlo.

L’antifascismo e la Resistenza al nazifascismo sono il DNA della nostra Costituzione. Non essere antifascista o non riconoscere il valore storico e morale della Resistenza significa essere fuori dalla Carta Costituzionale della Repubblica Italiana. Poiché il Governo Meloni è legittimamente entrato in carica giurando fedeltà alla Costituzione, nelle mani del Presidente della Repubblica, c’è da chiedersi se i componenti del Governo abbiano giurato il falso o se si stanno rivelando traditori della Repubblica democratica nata dalla vittoria sul Fascismo. Questa è il nodo della questione.

La Costituzione fu scritta dai Padri Costituenti nel 1947, quando era ancora caldo il sangue versato da migliaia di italiane e italiani che avevano dato la vita per la libertà, la democrazia, la giustizia sociale e quando era inimmaginabile il ritorno al governo di forze politiche discendenti dal Fascismo. Oggi, di fronte all’ inaccettabile gioco degli equivoci al quale stiamo assistendo da parte degli esponenti del governo, potrebbe esservi una possibilità per togliere, una volta per tutte, ogni alibi a una destra che non ha né  il coraggio di dirsi fascista, né il coraggio di definirsi antifascista: tutte le forze – politiche e sociali – sinceramente democratiche del Paese chiedano che il Parlamento modifichi l’Articolo 1 della Costituzione, inserendo nell’attuale formulazione le parole che qui di seguito si riportano in carattere maiuscolo: “L’Italia è una Repubblica democratica NATA DALLA LOTTA DI RESISTENZA AL NAZIFASCISMO E fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

*Nicola Reale è autore del saggio “Ricordare il futuro – Per una storia non epurata della Shoah”. Autore del romanzo storico “Come fuscelli nel vento – Un ragazzo di Gaeta nell’Autunno nero del 1943”; vincitore del Premio Letterario Nazionale 2020  – Sezione Racconti; sta per dare alle stampe un nuovo libro: “Sul far della sera – Racconti”; ha fondato ed è stato presidente dell’Associazione Culturale “SperlonAssieme”; fondatore e portavoce dell’Associazione di difesa ambientale SperlongAmbiente”;  consigliere Comunale al Comune di Sperlonga (dal 2001 al 2011) e candidato a sindaco nel 2006; fondatore e Portavoce del Movimento Civico “Partecipazione Attiva”; componente del Consiglio Direttivo Regionale Associazione Caponnetto; componente del Direttivo del Circolo PD di Sperlonga.


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