Quasi 100 anni fa i Giovani Turchi guidati dal “padre della patria” Ataturk sterminavano 1milione e 500 mila cattolici Armeni su 2 milioni, anche con l’aiuto di ufficiali prussiani.
In Turchia ancora oggi la legge punisce severamente chi osa parlare di genocidio armeno.
Lo scrittore Premio Nobel (2006) Orhan Pamuk per averne scritto dovette rifugiarsi in esilio, sfuggendo alle ire del “dittatore democratico” Erdogan, quello che pur stando nella Nato, sta sterminando i Curdi(grazie ai quali è stato sconfitto il Califfato islamico in Siria e in Iraq) e riceve con tutti gli onori i capi del gruppo terrorista Hamas, solidarizzando per la loro lotta contro Israele “massacratore”.
Nel 2023 gli Armeni superstiti del Nagorno Karabak, 130 mila, dopo giorni di scontri armati, dovettero fuggire verso l’Armenia indipendente per non essere massacrati dagli islamici dell’Azerbaigian.
Negli scontri morirono decine di migliaia di Armeni.
Vivevano in quelle regioni pacificamente da alcuni millenni, ben prima della predicazione di Maometto.
Solo Papa Francesco ha commemorato questo genocidio e pregato per gli ultimi rifugiati, nell’ignavia dei paesi occidentali e dell’Unione Europea.
Nessuna manifestazione è stata organizzata dagli studenti e dalla società civile per questo ultimo massacro o per commemorato lo sterminio del 1915.
Come accusa Papa Francesco questo silenzio “è una vergogna”.
Credo che l’assenza della Memoria e dello studio della Storia siano due “cattive maestre”, che producono solo demagogia e ingiustizia. Specie tra le nuove generazioni.
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