La Commissione parlamentare Antimafia ha invitato il direttore de Il Domani, Emiliano Fittipaldi, in audizione (per il 22 aprile) sulla vicenda del cosiddetto (impropriamente) “dossieraggio” legato all’indagine della Procura di Perugia. Si tratta di un’iniziativa, per molti versi, pericolosa oltre che “originale”, poiché esiste il rischio di ingerenza del Parlamento sulle fonti dei giornalisti, di cui si è ribadita la rilevanza anche nel Media Fredoom Act di recente approvazione in sede europea e introdotto nell’ordinamento italiano. Va detto che l’atteggiamento assunto da talune forze politiche (soprattutto di centrodestra) sulla vicenda che vede indagato un finanziere e alcuni giornalisti de Il Domani risulta palesemente contraddittorio con quanto promosso dai medesimi partiti sul rispetto del segreto istruttorio e della presunzione d’innocenza. Infatti da un lato le forze politiche di maggioranza parlamentare chiedono ai giornalisti di non pubblicare né commentare notizie che siano ancora in fase istruttoria (vedi legge Costa e decreto Cartabia), dall’altro spingono questa volta sulla divulgazione di notizie di un’istruttoria in corso (quella di Perugia, appunto) per un approfondimento addirittura parlamentare e come tale avente il massimo della pubblicità.
Sull’audizione di Fittipaldi è intervenuto nelle ultime ore il senatore del Partito Democratico, nonché componente della Commissione Parlamentare Antimafia, Walter Verini, che sottolinea come si tratti di “una decisione della maggioranza di destra della Commissione cui a suo tempo come Pd ci opponemmo (insieme a 5 Stelle e AVS). Proponemmo, invece, sui temi delicati che riguardano la tutela delle fonti, la libertà di informazione, la tutela della privacy e delle reputazioni quando le notizie non rivestono interesse pubblico, di audire Fnsi, Ordine dei Giornalisti. Non di convocare singoli giornalisti, perché questo sarebbe suonato come tentativo di intimidazione, di censura”.
“In passato – aggiunge Verini – la Commissione Antimafia audiva giornalisti. Lo ricordo bene perché nella scorsa legislatura coordinavamo noi il Comitato per la tutela dei giornalisti minacciati. Ma erano, appunto, giornalisti d’inchiesta minacciati da mafie, poteri criminali, da esponenti politici intrecciati con il malaffare o perfino, come Paolo Berizzi, minacciati da neonazifascisti. Qui siamo al capovolgimento: c’è chi vuole colpevolizzare l’informazione e i giornalisti. E anche l’incredibile censura della RAI danni di Antonio Scurati, si inserisce in questo clima. Come Pd saremo in Antimafia e ci opporremo a questi attacchi e questi tentativi intimidatori alla libertà di informazione”.
(Nella foto Emiliano Fittipaldi)