Adesso ai giornalisti italiani “danno la caccia” anche gli amici sparsi per l’Europa del Governo italiano che con le ultime leggi, e ancora più con l’atteggiamento, sta mettendo in grande difficoltà la libertà di espressione e di stampa in Italia. Lo ha capito subito Edi Rama che si è scagliato contro la trasmissione Report dopo l’ultima inchiesta sui Cpr che apriranno in quel Paese e il relativo costo.
“E’ la calunnia più scandalosa sull’Albania» ha affermato il premier albanese a proposito del servizio sull’accordo fra Roma e Tirana per la costruzione di due centri di accoglienza per migranti”. Una dichiarazione rilasciata a Shqiptarja.com uno dei più importanti portali di informazione albanesi. Rama sottolinea che “un’emittente pagata con le tasse degli italiani si è resa protagonista di un vergognoso episodio di diffamazione nei confronti dell’Albania, così come accadeva negli anni in cui gli albanesi apparivano sui media italiani solo come assassini, trafficanti, prostitute e ladri, e l’Albania veniva presentata come la culla della criminalità in Europa”.
Qual è la pietra dello scandalo? Report, nel servizio giornalistico firmato da Giorgio Mottola ha snocciolato i dati sul costo eccessivo per i due centri che, a fronte dei 650 milioni di euro inizialmente preventivati per 5 anni, potrebbe in realtà costare un miliardo di euro. Nell’inciesta si parla anche di uno dei collaboratori di Rama, Engjell Agaci, segretario generale del Consiglio dei ministri. Agaci, fino al 2013, quando ha assunto l’incarico governativo, era titolare di uno studio legale a Roma, ed “è stato etichettato come il legale di fiducia di numerosi trafficanti albanesi di droga” riportati in Albania, dove avrebbero scontato pene inferiori a quelle comminate in Italia. Secondo Edi Rama la versione di Agaci non è mai stata considerata dal programma Rai. Edi Rama, neanche a dirlo, ha annunciato querela nei confronti di Report.
“Nel reportage Engjell Agaci, segretario generale del Consiglio dei ministri e stretto collaboratore del premier Edi Rama, ha confermato quello che abbiamo detto nei fatti – afferma il conduttore Sigfrido Ranucci – Nella mail di risposta di Agaci, a cui avevamo chiesto conto di alcuni fatti, lui ha confermato di essere stato il legale di alcuni narcotrafficanti e di aver contribuito, da quando è diventato consulente giuridico di Rama, alla realizzazione del protocollo. Tutto quello che abbiamo detto è sulle carte ed è da fonte documentale”.