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Cronaca (assurda ma vera) della “cattura” del pericoloso sovversivo Edoardo Fioretto

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Sono sempre più allarmanti le notizie sulla libertà di stampa e sulla svolta reazionaria in Venetistan, il lontano Paese caucasico che sta sempre più precipitando in un clima di restaurazione e repressione. In un Comune dello Stato, a pochi chilometri da dove nacque l’antifascista Giacomo Matteotti, il sindaco di Maserà, Gabriele Volponi, al suo secondo mandato alla guida di una coalizione di centrodestra ha al contempo bocciato la mozione che chiedeva di togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini (concessa nel 1924) e concederla “in memoriam” proprio a Matteotti, che proprio nel 1924 venne ucciso dai fascisti inviati da Mussolini perché difendeva la democrazia e le libertà degli italiani.

Il tutto negli stessi giorni in cui un cronista è stato trattenuto in questura a Padova, la città simbolo delle libertà civili del Venetistan, senza poter avvertire giornale, un legale o la famiglia e nonostante si fosse immediatamente qualificato fornendo i propri documenti professionali.

Il suo “reato”? Voler documentare giornalisticamente un blitz dei ragazzi di “Ultima generazione” che avevano la pretesa di poter protestare contro le politiche del governo, definito dal suo ministro della Giustizia, Karl Nordiov, il “più garantista di sempre”, sul clima in centro a Padova.

Edoardo Fioretto ha cercato in tutte le maniere di poter contattare almeno la famiglia spiegando che stava bene, ma non c’è stato verso. Nemmeno al legale del giornale, presentatosi subito in questura, è stato consentito l’ingresso e il contatto con il suo assistito.

Alla fine, in tipico costume del Caucaso, al fermato non è stato rilasciato alcun documento e mossa alcuna accusa. In quelle quattro ore è semplicemente “sparito”.

Nella capitale del Paese, Venezia, invece, alla stessa televisione di Stato è stato impedito di documentare un episodio di dissenso: la troupe aveva pensato di poter documentare una protesta organizzata da un comitato per il diritto alla casa in Comune, un posto dove il sindaco ha dato ordine di issare la bandiera israeliana nonostante la protesta dopo le stragi di Gaza. Il comitato aveva osato alzare la voce contro la politica del Comune che non sta aiutando le famiglie a restare in città, gioiosamente trasformata in un divertimentificio a uso dei turisti. Quando la troupe si è avvicinata per filmare un gruppo di funzionari di polizia si è avvicinato impedendo il lavoro dei giornalisti.

Il sindacato giornalisti del Venetistan ha protestato, parlando di “notizie allarmanti” e di tentativo d’intimidazione dei cronisti. Dalle autorità del Venetistan nessun commento. Si spera che l’Unione europea faccia pressione sullo Stato caucasico per riportare i valori della democrazia occidentale nel tessuto sociale e amministrativo del Paese.
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(Ndc) Questo è ciò che è accaduto e riportato dalle agenzie.
Il collaboratore del Mattino di Padova Edoardo Fioretto è stato fermato il pomeriggio di venerdì 12 aprile mentre si trovava a Palazzo Zabarella a Padova per svolgere il suo lavoro di cronista ed è stato portato in Questura insieme agli attivisti di Ultima Generazione. Fioretto è stato trattenuto per quasi quattro ore, senza la possibilità di usare il cellulare per comunicare con la redazione, con l’avvocato, con i familiari. È stato rilasciato verso le 20, senza alcun verbale di contestazione. 


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