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Articolo 21 aderisce all’appello della Fondazione Gimbe in difesa della sanità pubblica

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Per rilanciare la #sanità pubblica serve un “colpo di reni” della Politica con la P maiuscola. Un accordo che vada oltre avvicendamenti di Governo e ideologie partitiche.

Perché stiamo perdendo il diritto alla tutela della #salute e la protezione dello stato sociale  #SalviamoSSN

L’associazione Articolo 21 che da sempre indaga sulle situazioni sanitarie non in linea con la riforma del servizio sanitario nazionale e denuncia le sempre più gravi carenze di finanziamenti e di personale, aderisce con convinzione all’appello lanciato dalla Fondazione GIMBE. Il presidente, Nino Cartabellotta, ha illustrato sul nostro sito nell’intervista a Roberto Bertoni, i contenuti molto ampi e documentati del tracollo in atto del servizio sanitario nazionale. Un bene comune che in Europa ci invidiavano e un principio costituzionale fondamentale.

“Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria fino al 2027 – afferma Cartabellotta – il Def 2024 attesta la mancanza di un cambio di rotta e ignora il pessimo ‘stato di salute’ del Servizio sanitario nazionale (Ssn), i cui principi fondamentali di universalità, equità e giustizia sono stati traditi, con conseguenze sulla vita delle persone, soprattutto delle fasce socio-economiche più deboli e delle popolazioni del Mezzogiorno.”

Invece, il Piano di Rilancio del Ssn elaborato dalla Fondazione Gimbe “propone di aumentare progressivamente la spesa sanitaria, con l’obiettivo di allinearla entro il 2030 alla media dei paesi europei, al fine di garantire il rilancio delle politiche del personale sanitario, l’erogazione uniforme dei Livelli Essenziali di Assistenza e l’accesso equo alle innovazioni”. Secondo Cartabellotta, “la pandemia non ha insegnato proprio nulla. Infatti, il perseverante definanziamento pubblico aumenterà la distanza con i paesi europei e affonderà definitivamente il Ssn, compromettendo il diritto costituzionale alla tutela della salute delle persone, in particolare per le classi meno abbienti, insomma un ennesimo attacco ai poveri.


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