“Domani, martedì 26 marzo, verrà emessa una decisione scritta sulla possibilità di accogliere un appello finale nel Regno Unito per l’editore di WikiLeaks, Julian Assange” E’ quanto si legge su X nella pagina ufficiale del sito di cui il giornalista australiano è cofondatore.
Nei giorni scorsi il “Wall Street Journal” aveva annunciato che -secondo fonti ben informate, vicine al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti- si stava valutando se consentire al giornalista australiano di dichiararsi ”colpevole di cattiva gestione di informazioni riservate”, ossia un’ammissione di una colpevolezza ridotta. Se questo avvenisse, si potrebbe profilare l’eventualità di un accordo per il rilascio di Assange dal carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, dove è detenuto dal 2019, senza aver subito alcun processo. Ma gli avvocati del prigioniero hanno dichiarato di non aver ricevuto alcuna richiesta al riguardo.
Il giornalista sta combattendo una lunga e complessa battaglia legale con il governo britannico per evitare di essere estradato negli Stati Uniti e affrontare un processo con decine di capi d’imputazione che lo porterebbero, in caso di riconosciuta colpevolezza, a una condanna di 175 anni di carcere per aver pubblicato migliaia di documenti militari e dispacci diplomatici riservati, che hanno mostrato crimini di guerra compiuti dai soldati americano durante i conflitti in Iraq e Afghanistan.
(Adnkronos)