Violenza sulle donne, tutte le tutele incompiute nel dossier Cedaw

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Nonostante l’introduzione del Codice Rosso circa il 50% dei casi segnalati di violenza contro le donne vengono archiviati senza nemmeno arrivare al processo. I tassi di condanna sono bassi. La formazione specializzata su stereotipi e pregiudizi giudiziari in materia di violenza contro le donne non esiste. I corsi organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura si concentrano solo sugli aspetti legali e tecnici senza fare riferimento ai pregiudizi di genere, alla Convenzione di Istanbul o alla CEDAW. E’ stata introdotta una riforma giudiziaria generale (Riforma Cartabia) con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema di giustizia e di accelerare i procedimenti. Tuttavia, questa riforma potrebbe avere impatti negativi sui diritti delle donne in materia civile e penale. Nel diritto civile e di famiglia, la violenza contro le donne rimane invisibile, rendendo impossibile valutare l’impatto della riforma. In termini di diritto penale, e prima della riforma, il reato di lesioni tra 20 e 40 giorni commesso in contesto domestico era procedibile d’ufficio (Lesioni, art. 582 del Codice penale sulla violenza fisica). Dopo la riforma, il reato di lesioni fino a 40 giorni è procedibile solo a querela senza distinzione se le lesioni sono commesse in ambito familiare o domestico. Con la riforma, anche le molestie, la violenza privata e il sequestro di persona sono procedibili solo a querela. Nei casi pendenti, le vittime non sono state né notificate né informate delle modifiche. Di conseguenza, molte donne che non hanno sporto querela perché inizialmente non erano tenute a farlo, vedranno i loro casi archiviati senza notifica.
Dati che fanno riflettere su quali sono le tutele concrete per le donne e che sono stati inseriti nel Report delle Organizzazioni della società civile italiana  per la Cedaw, cui ha collaborato Giulia Giornaliste.

Il dossier completo a questo link
CEDAW_ITA_22.01.24.pdf


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