I celeberrimi “Pomodorini di Pachino” sono israeliani. Semplicemente perché una multinazionale ha brevettato il seme, così a Pachino devono rivolgersi alla multinazionale per poter coltivare le rosse bacche, comprando i semi a peso d’oro, letteralmente. Analogo discorso vale per tutte le sementi usate dagli agricoltori europei. Spese insostenibili oltre a: carburanti, concimi, fitofarmaci e interessi, per poi vendere sottocosto. Ecco che gli agricoltori scendono in strada (e autostrada) con i trattori. Marx definiva il lavoro il “Motore della storia” oggi sarebbe il “Trattore della storia”.
Ma la storia non fa voli pindarici, solo modesti aggiustamenti. Stretti dal capitalismo incontrollato tutti i lavoratori sono i nuovi servi della gleba. Per gli agricoltori, che vorrebbero essere liberi imprenditori, l’attaccamento alla terra si sta trasformando in vere e proprie catene economiche, che possono soltanto diventare più stringenti nel prossimo futuro. Particolarmente perché l’UE favorisce le multinazionali e la grande distribuzione (le aranciate senza arance), anche in questi giorni di guerra. Si sa che le guerre avvantaggiano il capitale e rende più deboli le fasce deboli.
Le azioni coordinate di: banche, burocrazie, normative devastanti e criminalità, stanno distruggendo le piccole attività, avvicinando il loro livello economico a quello degli operai. Magra consolazione per le partite IVA è quella che gli operai stanno sempre peggio, mancando una vera contrattazione salariale. Tutto aumenta, tranne i salari. Forse è giunto il momento di unire le lotte. Anche per operai e dipendenti il peggio deve ancora arrivare. Per la chiusura delle fabbriche, che ridurrà ulteriormente la contrattazione, ma soprattutto con l’Intelligenza Artificiale. Difatti, nonostante la crisi, le Borse crescono, in previsione di maggiori utili ottenuti grazie ai licenziamenti.
Parafrasando Bogart: “E’ il capitalismo, bellezza!”