La grande offensiva che punta all’Europa

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E’ in atto una grande “offensiva” da parte della destra degli “eredi-al-quadrato” (del Duce e di Berlusconi), che ha tre costanti: il motore, il target, il modo. Ed una variante: la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, che dopo aver superato indenne la ormai dimenticata denuncia fatta da molti famigliari delle vittime delle stragi italiane di quell’abbraccio con il NAR Luigi Ciavardini (a proposito di foto imbarazzanti!), non ha potuto evitare il commissariamento da parte di Forza Italia, che ora detta (di nuovo) l’agenda.

Ma andiamo con ordine.

L’offensiva della destra è stata scatenata in vista della prossima decisiva tornata elettorale: le europee del 9 Giugno, che non saranno soltanto un test sui rapporti di forza tra i partiti di maggioranza, ma anche un giro di boa senza precedenti nella ricomposizione degli assetti politici europei.

L’offensiva ha ritrovato il suo “motore”: Forza Italia, che gode evidentemente dell’appoggio della Famiglia, la quale non soltanto ha garantito a Tajani tutto il sostegno necessario, ma che ha riguadagnato la scena nella maniera più patetica, come soltanto Berlusconi in persona avrebbe saputo fare, attraverso l’anticipazione del “testamento spirituale” del defunto leader, scritto sul letto di morte e custodito per mesi dalla figlia Marina, che proprio ora, con l’uscita del libro di Del Debbio, si è decisa a consegnarlo all’umanità tutta. Gliene siamo grati.

L’offensiva ha ritrovato il target tanto caro al compianto padre e padrone: i magistrati e più generalmente la Giustizia. L’attacco sguaiato contro Federico Cafiero de Raho, oggi deputato M5S, additato alla pubblica opinione come il responsabile ultimo, in quanto Procuratore nazionale anti mafia all’epoca dei fatti, della “mostruosa” (cit. Cantone) attività abusiva di Striano, il finanziere indagato per i presunti accessi illeciti alle banche dati della PNAA e della Guardia di Finanza, che sarebbero stati funzionali ad alimentare il “mercato delle informazioni” (cit. idem), adoperate poi per minare la credibilità di onesti e rispettabili Ministri, è soltanto l’ultimo episodio di una saga che arriva da lontano, almeno dalla legge “contra personam” voluta dal Cavaliere per impedire a Gian Carlo Caselli di concorrere proprio a quella medesima carica di Procuratore nazionale anti mafia (norma che sarà dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale). Il ritrovato target riflette peraltro la nota insofferenza della destra verso l’indipendenza della magistratura e verso l’obbligatorietà dell’azione penale ed infatti il Ministro Nordio preferisce occuparsi di test psicoattitudinali e di separazione delle carriere, anziché dei morti suicidi nelle carceri italiane (già 27 dall’inizio dell’anno).

L’offensiva ha infine il solito “modo”: l’utilizzo spudorato del sistema mass mediatico (Commissione di vigilanza RAI compresa), messo finalmente a “regime”, sincronizzando pubblico con gran parte del privato (Mediaset). Per questo non può che allarmare (ed infatti pare che sia allarmato pure il Presidente della Repubblica) la inarrestabile marcia dell’onorevole Antonio Angelucci (a lungo in Forza Italia, ora targato Lega e campione di assenteismo) che, con la benedizione del quartier generale, muove alla conquista di AGI… e poi chissà di quali altri bocconi!

L’offensiva, scrivevo, ha una anomalia e cioè l’evidente commissariamento subito dalla presidente della Commissione anti mafia, on. Colosimo, da parte di Forza Italia, operata in particolare da Maurizio Gasparri, avio trasportato in Commissione con carota e moschetto, e dal vice presidente Mauro D’Attis, che ha finalmente trovato la sua parte in commedia montando ad arte la vicenda Bari, in tandem con l’altro campione di Puglia e di Forza Italia, l’immarcescibile vice Ministro Sisto.

La colpa della Colosimo agli occhi di Forza Italia? Un eccesso di sentimentalismo adolescenziale ovvero l’aver voluto legare il senso stesso della sua presidenza alla verità sulla strage di Via D’Amelio, così centrale nella mitopoietica delle Sorelle d’Italia. Peccato che a scavare in quella strage, nonostante i filtri opportunamente predisposti dal vendicativo generale Mori, si arrivi a Spatuzza e di lì a Dell’Utri, a Berlusconi e all’indimenticato presidente della Commissione Centrale che negò il Programma di Protezione allo Spatuzza medesimo, Alfredo Mantovano. Tutto sommato alla Colosimo è andata meglio che a Giletti: a Giletti infatti han cambiato canale e programma, alla Colosimo soltanto la sceneggiatura.

All’offensiva si resiste oppure no: lo capiremo il 9 Giugno.
(Nella foto Chiara Colosimo)


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