La civiltà deve prevalere

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Il punto non è che non debba essere processata. Su questo occorre chiarezza. Ilaria Salis è accusata di un reato in Ungheria. E dunque l’accusa dovrà dimostrare la consistenza delle accuse, gli avvocati difensori tentare di smontarle e il giudice emettere la sentenza. Non sono mai auspicabili le rivendicazioni di ritorno in patria prima dei processi nei confronti di cittadini italiani arrestati all’estero. E vale, naturalmente, anche il contrario: se un cittadino straniero è arrestato in Italia, tutti ci attendiamo che sia processato in Italia. E se non avvenisse ci sentiremmo traditi nel nostro senso della giustizia.

Purchè lo stato di diritto sia garantito.

Il punto che riguarda il Governo italiano, e tutti noi nel caso della Salis è proprio questo: vigilare sui suoi diritti di detenuta in attesa di processo. E qui il Governo Meloni è fortemente carente.

La detenzione preventiva è stata ed è lunghissima. La sua traduzione in aula incatenata, tenuta al guinzaglio, umiliata è fortemente lesiva di quei diritti. E non vale il riferimento al passato italiano in cui troppi detenuti sono stati trascinati in aula con le manette, che comunque sono cosa diversa dalle catene in cui è avvolta Salis. Quel metodo è stato criticato negli anni passati e il dibattito che ne è scaturito ha portato a mutamenti evidenti a tutti noi. La civiltà deve prevalere, sempre.

La civiltà deve prevalere anche in Ungheria, paese europeo che condivide i parametri di garanzia dei detenuti con tutti gli altri paesi della comunità. E’ una battaglia dalla quale nessuno può arretrare. Nemmeno il Governo italiano.

Ad aggravare quello che appare come un accanimento è anche la negazione dei domiciliari in attesa del processo, malgrado tutte le garanzie che la difesa aveva offerto al Giudice.

Accanimento. Questo è il punto.

Del resto è evidente come Orban strizzi l’occhio nei confronti dei gruppi dell’estrema destra nazista ai quali in Ungheria si concede persino un giorno di celebrazioni dell’orrore. E le minacce subìte da quanti in aula erano andati a testimoniare la loro presenza a tutela dei diritti della Salis, spiega bene il clima che si respira in Ungheria. Ma non giustifica i silenzi del Governo Meloni che “sceglie” i cittadini da tutelare in base a parametri specifici: se sono antifascisti non se ne cura.

Perché è questo ciò che sta accadendo.


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