Sarà un 8 marzo di lotta e di passione, quello di quest’anno. Un 8 marzo con la destra, questa destra, al governo. Un 8 marzo che la partigiana Iole Mancini, centoquattro anni portati splendidamente, celebra ricordando la tragica esperienza di Via Tasso, guardando al domani e facendoci presente che il ’44 è anche l’anno in cui si è sposata. Non solo dolore, dunque, com’è nello stile del personaggio.
A ottant’anni dall’attacco di via Rasella e dalla barbarie delle Fosse Ardeatine, sottolinea che la Resistenza è il momento in cui le donne sono tornate a essere protagoniste dopo l’aberrazione fascista ma, soprattutto, ci tiene a ribadire che allora furono poste le basi per la piena affermazione successiva: la conquista del diritto di voto e l’ingresso in Parlamento di ventuno di loro, tra cui le giovanissime Nilde Iotti e Teresa “Chicchi” Mattei. Guai a pensare la società senza le donne o a metterne in discussione il ruolo, insomma, perché “senza le donne il mondo finisce”. E infine, rivolgendosi alle giovani, dice loro di avere la testa sul collo, di ragionare liberamente e di battersi per un futuro migliore, proprio come fece la sua generazione quando ci liberò dal nazi-fascismo. E a noi non resta che farci trovare pronti, in prima linea, perché non accettiamo ciò che sta accadendo e quel futuro migliore di cui parla la compagna Iole Mancini vogliamo costruirlo insieme.
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