“Sto cercando di aiutare i miei fratelli e le mie sorelle nella Striscia di Gaza. Sto facendo del mio meglio per farli uscire attraverso il valico di Rafah, ma le somme necessarie a questo scopo sono enormi e purtroppo non posso coprirle da sola”.
Alaa ha 32 anni e vive in Italia (a Treviolo, in provincia di Bergamo) da tredici. Come molti altri palestinesi residenti in Europa sta organizzando una raccolta fondi su GoFundMe in soccorso dei suoi familiari, dopo gli attacchi israeliani che vanno avanti sulla Striscia da ottobre scorso.
Sulla piattaforma online sono partite diverse iniziative, sempre sottoposte a rigidi controlli di validazione dall’Italia. La maggior parte delle campagne sono per finanziare l’evacuazione degli abitanti di Gaza attraverso l’Egitto, ma anche per prestare soccorso agli sfollati della Striscia.
Sara Thabit, palestinese, da 5 anni in Italia, ha un solo pensiero, mettere in salvo i suoi familiari a Gaza e, in particolare, suo padre ricoverato a Al-Shifa a Gaza City, dopo aver perso una gamba. Sono oltre 24mila i fondi raccolti per l’iniziativa di Fatima, da Fiumicino, per portare fuori dalla Striscia la famiglia dell’amico Shrouq: l’intero quartiere in cui abitava è oggi poco più di una polveriera.
Ahmed Almzanin da Brescia si sta impegnando per portare via da Gaza la sua famiglia, i suoi genitori nel corso della loro vita si sono sempre battuti per l’istruzione e la costruzione della palestina, ma ora sono in fuga.
Non mancano storie di chi ce l’ha fatta, ma necessita ancora di un supporto economico. È attiva una raccolta per le famiglie palestinesi arrivate a Genova, in molti stanno aderendo per fornire a questi rifugiati beni di prima necessità.
Salam, ingegnere del software che lavora in Italia, a Cagliari, e Abdelrahman, uno studente di master in Ungheria non si sono mai incontrati prima, ma condividono le stesse preoccupazioni per le loro famiglie a Gaza e per questo hanno lanciato una raccolta fondi insieme.
Tra le campagne anche storie di amicizia e forti legami che possono aiutare a mettere in salvo, come quella di Francesca che da Roma ha avviato un’iniziativa per l’amico psicologo Ibrahim, la moglie e i loro quattro figli o quella di Paolo Scalia, un agroeconomista romano specializzato in cooperazione internazionale allo sviluppo, in missioni a Gaza diverse volte, che intende mettere in salvo la famiglia di una sua collega e amica. Anche Beatrice da Milano, insieme ad un gruppo di amici ha creato una raccolta fondi per un suo amico palestinese conosciuto in Erasmus anni fa e Valeria, da Genova, sta cercando di aiutare il suo amico Mahmoud 21 anni, conosciuto l’anno scorso a Istanbul e sua sorella Nada di 19 anni, che desiderano studiare e avere un futuro migliore.
Beatrice da Roma è legata da una profonda amicizia con il fotografo Shadi Alqarra: “Ho visto crescere i suoi figli: Salman, Eline, Sanad e Iman di cui sono la zia italiana. Sto raccogliendo fondi per aiutarli a venire in Italia. Ormai hanno perso tutto, la loro casa è distrutta”.
Dalla Capitale numerose le raccolte fondi per i familiari intrappolati a Gaza, come quella di Jamal Suboh (oggi parrucchiere a Roma) per i suoi genitori, 5 fratelli e le loro numerose famiglie, tutti ancora nella Striscia o l’iniziativa di Huda Almughary per aiutare la sorella minore Aya a lasciare Gaza per continuare il suo sogno: laurearsi in Fisica “Il mio obiettivo è farla arrivare a Roma, dove si è già iscritta alla Sapienza per continuare il suo master e il dottorato, per diventare l’eccezionale accademica che ha sempre aspirato a essere”.
E c’è anche chi, come Bara Abo Saber, cerca aiuto per far arrivare generi alimentari alla sua famiglia. Shahenaz Monia negli anni si è costruita una vita in Italia come sviluppatrice web, ma in questo momento il suo pensiero è uno solo: aiutare la sua famiglia a lasciare Gaza, un viaggio però che ha il costo di 5.000 euro a persona.
Ibrahim Elbouhissi con un gruppo di volontari a Gaza ha avviato una raccolta fondi nella speranza di alleviare le sofferenze di molte famiglie, assicurando loro cibo, acqua pulita e vestiti caldi.
“Sono Muhammad Madi, l’unico sopravvissuto della mia famiglia, io e i miei due figli, Ella e Faten. Ho 27 anni”. Il messaggio angosciato di quest’uomo a Gaza arriva grazie ad un amico in Italia che ha aperto una raccolta fondi per le spese di trasporto e per permettere a lui e ai suoi figli di attraversare il confine egiziano.
Le raccolte fondi su GoFundMe sono partite da tutta Europa. Dalla Germania, ad esempio, Sabrine raccoglie fondi per la campagna di CareForGaza “One Child at a Time”, per aiutare direttamente le famiglie sfollate. La partecipazione alla raccolta fondi ha raggiunto un grande risultato, donati finora oltre 300mila euro.
Il Dr. Ahmed Moghrabi, responsabile del reparto ustioni del Nasser Medical Hospital di Gaza, ha lanciato una campagna per evacuare la su famiglia da Gaza in Egitto attraverso la sorella in Germania. Il suo accorato appello ha mobilitato migliaia di persone.
Dalla Spagna Abdalrahman è riuscito a portare la sua famiglia in Egitto, al momento i familiari si trovano al Cairo, ma ora è necessario lavorare sui visti di ricongiungimento familiare per portare la famiglia in Spagna. Intanto l’influencer Rowan Katba dalla Francia sta raccogliendo fondi per la sua famiglia a Gaza “Al di là del piano di evacuazione, questa raccolta fondi aiuterà la mia famiglia a rimettersi in piedi e a ricostruire una vita sostenibile – spiega Rowan – I fondi rimanenti saranno quindi destinati a sostenerli una volta raggiunta la sicurezza in Egitto”.
Gli organizzatori di queste campagne sono tutti portatori di grande dolore, si comprende dai loro racconti, ma sono anche i testimoni di una grande rete di solidarietà in grado di valicare ogni confine.