Ilaria Salis in catene, ammanettata mani e piedi, di fronte a un tribunale che ha respinto la sua richiesta di arresti domiciliari e sembra aver già emesso la sentenza.
Ilaria utilizzata come strumento di pressione, elemento ideale per una campagna elettorale senza esclusione di colpi, simbolo da brandire agli occhi un elettorato feroce e di frange estreme che ne hanno chiesto addirittura l’impiccagione.
Ilaria in Ungheria senza che il governo italiano abbia compiuto finora una qualche azione concreta per aiutarla, se non qualche frase di circostanza, qualche dichiarazione buttata là a bassa voce, qualche incontro di prassi, probabilmente per non turbare i rapporti con un esecutivo considerato amico e alleato (il che, conoscendo le posizioni politiche di Orbán, anche in ambito internazionale, dovrebbe turbarci non poco).
Di fronte a questo scenario inquietante, che non può non indurci a fremere di sdegno, c’è un solo modo per aiutare davvero questa donna: candidarla alle Europee. Bene ha fatto, dunque, Elly Schlein a ventilare l’ipotesi alle persone a lei più vicine all’interno del PD. Non si tratta solo di voti, per quanto anche i voti abbiano la loro importanza, ma di portare all’interno delle istituzioni un caso politico. Come si sarebbero dovute candidare in Parlamento, a suo tempo, le vittime della Diaz e di Bolzaneto, e sarebbe opportuno farlo tuttora se davvero si volesse tenere accesa la fiammella dei diritti umani, così si deve politicizzare il più possibile un caso che è politico e riguarda tutta l’Europa. Ancora una volta, infatti, siamo al cospetto di un Continente spento, silente e sostanzialmente complice della barbarie. Non una voce si è levata dalle massime istituzioni di Bruxelles: se qualcuno ha parlato, beh, scusate, ma non l’abbiamo sentito. E il poco, in questi casi, è quasi peggio del niente.
Noi sosteniamo da anni che l’Ungheria non abbia i requisiti per far parte dell’Unione Europea. Lo diciamo da molto prima che si scoprissero le simpatie putiniane del suo conducator. Ora è giunto il momento di esprimergli la nostra indignazione. Candidare Ilaria per riaffermare il valore dell’habeas corpus, il principio dello Stato di diritto, la dignità delle istituzioni e il nostro ruolo di Paese fondatore, dopo essere stati responsabili degli orrori del fascismo e della guerra.
Ilaria deve essere eletta a Strasburgo per il bene della collettività. Elly Schlein vada fino in fondo, rompa quelle catene e si intesti questa battaglia di civiltà, seguendo l’esempio dei Radicali che furono, quando ebbero il merito enorme di candidare Enzo Tortora per opporsi concretamente a una carcerazione ingiusta.
La destra attacca e strepita? Benissimo, significa che hanno gettato la maschera. Loro hanno detto da che parte stanno, noi dobbiamo fare altrettanto.
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