Una riflessione sulla nostra individualità, sulla nostra capacità di reagire di fronte ai traumi e alle difficoltà.
Presentato in anteprima al 76° Festival di Cannes nel maggio 2023, “Il teorema di Margherita” di Anna Novion si è aggiudicato numerosi premi Oltralpe, tra cui il César come Migliore rivelazione femminile alla protagonista Ella Rumpf.
Il film, della durata di 112 minuti, uscirà nelle sale italiane con Wanted il 28 marzo.
Margherita Hoffman è un genio della matematica, la sua unica ragione di vita. Dottoranda presso la prestigiosa ENS – École normale supérieure di Parigi – istituzione che ha sfornato la migliore classe docente e dirigente di Francia – Margherita non ha altri interessi oltre quello di studiare la teoria analitica dei numeri onde pervenire alla soluzione delle più importanti congetture ancora irrisolte della matematica.
Unica ragazza della sua classe, sta terminando la sua tesi di dottorato, e ben presto dovrà presentare i suoi studi ad un pubblico di ricercatori. Ma ecco che proprio durante l’illustrazione della sua ricerca un errore segnatole da un collega, Lucas (Julien Frison), un ambiguo ma brillante matematico, da poco trasferitosi da Oxford alla corte del Prof. Werner (Jean-Pierre Darroussin), la scuote profondamente, al punto da indurla ad abbandonare gli studi. E neanche gli sforzi del suo mentore, Werner, che la invita con ogni mezzo a riprendere i suoi promettenti studi, sortiranno alcun effetto.
La perdita della borsa di studio dell’ENS, costringerà Margherita a cercare un lavoro, occasione quest’ultima che le permetterà di conoscere Noa, una ballerina caraibica con la quale deciderà di dividere l’appartamento.
Margherita esplorerà nuove dimensioni dell’esistenza facendo dapprima la commessa in un negozio di articoli sportivi di un centro commerciale per poi passare al più redditizio Mahjong, un gioco d’azzardo particolarmente in voga nella comunità cinese del quartiere in cui abita. E sarà proprio il Mahjong – gioco che richiede importanti abilità di calcolo – a riavvicinarla alla sua antica passione.
Diversamente dal passato, Margherita comprende di non poter arrivare ad una soluzione della Congettura di Goldbach da sola, ragione per cui deciderà di coinvolgere nella sua avventura anche Lucas. E’ così, ben presto, tutte le pareti dell’appartamento parigino si riempiranno di formule e numeri (un po’ come le finestre di “A beautiful mind”).
Ancora una volta, tuttavia, un errore di calcolo, la porterà a mollare tutto e abbandonare Parigi per ritirarsi in una piccola cittadina di provincia, a casa della madre, insegnante di matematica. Ma ecco che proprio lì ha un’intuizione improvvisa che potrebbe portarla alla soluzione di Goldbach e, forse anche ad aprire una nuova pagina della propria vita, rimasta troppo a lungo in un immobilismo e una diffidenza frutto di paure e traumi del passato.
Il lungometraggio di Anna Novion è un’opera delicata e potente, in grado di incollare il il pubblico alla poltrona nel seguire le vicende umane ed accademiche di un’eroina dei nostri tempi: una giovane donna, concentrata nei suoi studi, vulnerabile, bloccata nelle proprie certezze e con la paura di aprirsi agli altri. Ma, come accade di frequente, sarà la vita a costringerla a lasciarsi andare, a trasformare la sua debolezza in forza dirompente. Un film che invita anche ad una riflessione più profonda sulla nostra individualità, sulla nostra capacità di reagire di fronte ai traumi e alle difficoltà di cui è costellato il nostro cammino.
“Il mondo della matematica, e di conseguenza quello dell’ENS è stato poco rappresentato al Cinema, così come lo è stata ancor di meno un’eroina matematica. Il mio incontro con Ariane Mézard, una delle poche e più grandi matematiche francesi, è stato decisivo. Siamo diventate amiche all’istante, ci siamo comprese a vicenda, il che è stato molto commovente. E’ una donna sensibile, determinata, sincera e affabile. Irradia intorno a sé una forza incredibile insieme ad una forte vulnerabilità e una grande consapevolezza di sé, senza saccenza. E’ anche stata la prima persona che mi abbia parlato di matematica in senso artistico, incrociandola con la poesia, l’immaginazione e tutto ciò che mi spinge ad essere una regista. Mentre parlava della sua passione era come se parlasse anche della mia… insieme al mio co-sceneggiatore (Mathieu Robin) abbiamo inventato un personaggio ispirandoci molto ad Arianne e che in un certo qual modo, dicesse molto anche di me stessa…” ha dichiarato la regista Anna Novion.