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Fondo Vittime Amianto, appena 17 giorni per chiedere aiuto!

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AIEA, chiesto accesso agli atti INAIL: procedure agevoli soltanto per le Società partecipate, di fatto impraticabili per le vittime e familiari. In Italia ancora 4.000 morti di amianto “senza voce” all’anno

Milano, 11 marzo 2024. “ Come vittime dell’amianto e familiari abbiamo il diritto di sapere come si stanno utilizzando i 20 milioni di euro del Fondo Vittime Amianto, istituito con il DL 34/23, poi convertito in L. 56 del 26.5.2023: per questo, attraverso l’avvocato Daniele Marra abbiamo chiesto l’accesso agli atti degli uffici INAIL, deputati a raccogliere ed esaminare le domande di risarcimento, previsto sia per le vittime o loro eredi e sia per le Società Partecipate, responsabili proprio di quelle morti! Un fatto sconcertante e inaudito, come abbiamo da subito denunciato, insieme ad altre associazioni e sindacati: è sconcertante, una vera aberrazione che vengano pagate proprio le aziende responsabili di tante morti e tanto dolore!”, ha dichiarato Maura Crudeli, presidente nazionale AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto, da decenni impegnata nella battaglia per il riconoscimento e la difesa dei diritti delle vittime e dei loro familiari.

Ma c’è di più e di peggio: “E’ ovviamente apprezzabile una misura del genere, ma il fatto che ci lascia perplessi – ha sottolineato l’avvocato Marra – sono stati i tempi ristrettissimi, appena 17 giorni, come da circolare INAIL n°58 del 29 dicembre 2023, per avere l’indirizzo PEC a cui inviare la domanda di risarcimento, con relativa documentazione, entro il 15 gennaio 2024: è evidente che le vittime e loro familiari difficilmente possono disporre di uffici legali e tecnico-amministrativi in grado di ottemperare tempestivamente ad adempimenti così complessi e in un contesto di gravi sofferenze e lutti, come purtroppo constatato nella mia esperienza professionale”.

E’ plausibile quindi, come da tutti rilevato fin dall’immediato, che possa trattarsi di una misura che favorisce le Società Partecipate, dotate di tutti gli strumenti tecnici e informatici necessari. Scopo della richiesta di accesso agli atti è, infatti, capire quanti lavoratori, o eredi, siano riusciti a fare richiesta, ma soprattutto quali e quante Società Partecipate abbiano inoltrato la domanda.

A tutto ciò si aggiunge un altro paradosso e intollerabile ingiustizia per cui ci sarebbero vittime di amianto di serie A e vittime di serie B! Fincantieri, presente con 8 stabilimenti in altrettante località, verrà risarcita per i lavoratori morti di amianto che abbiano lavorato alle sue dirette dipendenze, ma non per quelli dipendenti dalle ditte di appalto, operative negli stessi siti, come il caso emblematico di Mauro Crudeli, padre di Maura Crudeli, deceduto all’età di 70 anni, per mesotelioma pleurico, dopo 20 anni nei cantieri navali del Gruppo Fincantieri, tra cui Monfalcone, Mestre e Riva Trigoso, per cui è stato negato a oggi ogni risarcimento.

Ma l’amianto uccide ancora in Italia, con oltre 4.000 vittime l’anno, nonostante sia stato bandito dal 1992. A far chiarezza sulla situazione attuale e sulla tragedia vissuta in silenzio da migliaia di famiglie un contributo scientifico aggiornato e importante viene dalla pubblicazione a cura di Enzo Ferrara del n° 6 dei Quaderni di Epidemiologia & Prevenzione (consultabile sul sito internet della rivista https://epiprev.it/pubblicazioni/amianto-e-mesotelioma-tutti-innocenti), che riporta gli atti del Convegno “Amianto e Mesotelioma. Tutti innocenti?” organizzato il 13 maggio 2022 a Roma dalle associazioni italiane delle vittime dell’amianto.


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