Emiliano Fittipaldi, direttore di Domani, è scosso per la vicenda in cui è coinvolto il suo giornale. Scosso e indignato, perché vede a rischio la libertà d’espressione in un Paese in cui, fra censure, bavagli e querele temerarie, questo principio è messo sempre più a repentaglio. Eppure, al pari dell’intera redazione, non intende mollare. Perché, come ci spiega in quest’intervista, il diritto della cittadinanza a essere correttamente informata viene prima di tutto, comprese le nuove norme che confliggono, a nostro giudizio, con i fondamenti della Costituzione, a cominciare proprio dall’articolo 21.
E come non si fermerà Domani, non ci fermeremo noi. Esprimiamo, ancora una volta, solidarietà e vicinanza ai colleghi Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia e auspichiamo che sia fatta piena luce sulla vicenda. Ribadiamo, inoltre, che il rispetto delle fonti di ciascun giornalista è un caposaldo della democrazia che il potere, da chiunque sia rappresentato, non può mettere in discussione. Vale per Report, vale per Domani, vale per gli altri. Con meno di questo, infatti, saltano le prerogative dell’Occidente, quei famosi “valori” che tanti, troppi improvvisati difensori sembrano tutelare a targhe alterne, a seconda di chi li mette in dubbio. Noi, nel nostro piccolo, li abbiamo difesi sempre, a prescindere, e continueremo a comportarci così.
(Nella foto Emiliano Fittipaldi)
Qui il link dell’intervista
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