C’è una parte dell’opinione pubblica (magari anche consistente) che “tendenzialmente” per usare le parole di Georgia Meloni, presidente del Consiglio, vorrebbe conoscere la verità sulla morte di Giulio Regeni. Così come individuare mandanti, esecutori e moventi degli omicidi di altri cittadini italiani che nel corso degli anni ed in occasioni diverse sono stati strappati alla vita: Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Marco Lucchetta, Dario D’Angelo e Alessandro Sasa Ota, Enzo Baldoni, Simone Camilli, Andy Rocchelli, Mario Paciolla, Italo Toni e Graziella De Palo. E capire perché Ilaria Salis, cittadina italiana, sia ancora detenuta da più di un anno in Ungheria con accuse farraginose.
“Affronto tendenzialmente sempre questa questione. Dopodiché c’è un processo in Italia” risponde imbarazzata la nostra premier ai giornalisti che hanno seguito il suo incontro al Cairo con il presidente egiziano Al Sisi. “Tendenzialmente” bisognerebbe chiedere ad al Sisi di consegnare i quattro agenti segreti che massacrarono il ricercatore italiano. C’è la ragion di stato da salvaguardare e non è certo impresa da poco. C’è l’impressione che “tendenzialmente” si sia parlato d’altro nell’incontro. Lo fa intendere la stessa Meloni quando aggiunge “noi siamo andati avanti” riferendosi alla firma degli accordi di cooperazione tra Italia ed Egitto.
“Partner affidabile” e “pilastro della sicurezza nel Mediterraneo” sono i confortanti giudizi verso l’Egitto. Certo difetta in democrazia, il dissenso è represso con brutalità ma ora la priorità è fermare gli sbarchi anche per evitare che possano essere usati come una bomba contro l’Italia. Tutto il resto è meglio nasconderlo sotto il tappeto. “Tendenzialmente” anche l’omicidio di Giulio Regeni.