Svela, diverte, sorprende. È una commedia di donne scritta da un uomo che si misura con la psicologia al femminile. È Boston Marriage. Boston Marriage era l’eufemistica denominazione nell’America di fine Ottocento della relazione e convivenza di due donne economicamente indipendenti. Questa espressione è il titolo dell’arguta opera teatrale dello scrittore statunitense, Premio Pulitzer e nomination all’Oscar per i film Il verdetto e Sesso & potere. Scritta nel 1999, una sorta di pausa per il drammaturgo solitamente impegnato in temi seri e scottanti, in questa ultima versione firmata da Michele Tonicello, si avvale di un testo scoppiettante, denso di colpi di scena e allusioni, di un tema piccante ai limiti dello scandalo, di un’interpretazione impeccabile di Maria Paiato, degnamente affiancata da Mariangela Granelli e dalla giovane e talentuosa Ludovica D’Auria.
L’ambientazione in un elegante salotto fin de siècle romanticamente rosa fa da sfondo all’incontro di due eleganti dame in garbata e quasi stucchevole conversazione amicale.
Ma, Claire, in visita all’amica Anna, che gode della protezione di un facoltoso gentiluomo, rivelerà ben presto di essere innamorata di una giovinetta, scatenando la gelosia e le ire di Anna che progettava di riprendersi in casa l’amica-amante approfittando dell’agiata condizione di cui gode. La dama furente sfoggia infatti una preziosa collana, dono del suo protettore, in realtà padre della giovinetta amata da Claire. Lo sfolgorante monile (il suo ruolo centrale nella commedia fa pensare a “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas), diventa il perno di una diatriba che finirà per coinvolgere la maldestra Catherine, giovane e infelice cameriera, bistrattata dalla padrona di casa, che si rivelerà tutt’altro che inutile nella complessità della vicenda. Ammiccando a Tennessee Williams e a Oscar Wilde, Mamet sfodera una brillante e ironica commedia che solleva sapidamente il velo su una società in progress, dove la condizione femminile offre un risvolto nuovo, ma conserva la ferocia dei sentimenti, il cinismo, la complessità della relazione fra i partner al di là del genere, e contemporaneamente accende i riflettori sulla disparità fra le classi sociali, in cui il subalterno soccombe, se non mette in atto tutte le risorse affinate dalla sua infima condizione, approdando a quella solidarietà amicale al femminile che può sanare le spaccature del sistema.
L’uso e abuso delle ampollosità di un linguaggio parodiato accendono di umoristici risvolti la pièce che si avvale di un intreccio dai risvolti al limite del farsesco, dove realtà e finzione si alternano, disorientando e divertendo con un raffinatissimo gioco di specchi, creando un tessuto variegato, in cui le acrobazie istrioniche del formidabile trio punteggiano e colorano la scarna vicenda. L’esuberanza impietosa dell’Anna di Maria Paiato, il romanticismo appassionato della Claire di Mariangela Granelli, il surrealismo trepidante della Catherine di Ludovica D’Auria, brillano sul palco in una giostra dai ritmi serrati, regalando un esempio di grande virtuosismo teatrale.
BOSTON MARRIAGE
di David Mamet
traduzione Masolino D’Amico
regia Giorgio Sangati
con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria
scene Alberto Nonnato
costumi Gianluca Sbicca
luci Cesare Agoni
produzione Teatro Biondo Palermo / CTB – Centro Teatrale Bresciano
Al Teatro Verga di Catania fino al 17 Febbraio