ROMA – Quindici bravissimi attori, sotto la regia di Massimo Popolizio anche interprete dell’enigmatico personaggio di Luka, danno vita in questi giorni al teatro Argentina di Roma a “L’albergo dei poveri”, in scena fino al 3 marzo. Tragedia shakespeariana, discorso universale sulla condizione umana e il suo destino, tratta dal dramma di Maksim Gor’kij, scritta da Emanuele Trevi.
In una scenografia di oggetti simbolo che, cambiando di posto, la rendono tumultuosa e mutevole, si snoda una rappresentazione della povertà dell’anima, capace d’investire trasversalmente uomini di qualsiasi classe sociale. Popolizio evidenzia un mondo cosiddetto “di sotto”, dove succedono le stesse cose che in quello “di sopra”. Da questa pattuglia di sbandati ci arriva l’eco dei problemi odierni: la perdita del lavoro, l’emigrazione (non a caso uno degli attori ha la pelle scura), l’amore, la gelosia, l’invidia, in un racconto senza tempo che vive degli stessi eterni sentimenti.
Sul palcoscenico una sorte di “corte dei miracoli” che abita un dormitorio, simbolo di un degrado non solo economico, indigenti che pagano l’affitto a un proprietario: sono ladri, prostitute, operai, un attore senza fortuna, un barone decaduto. Da questa realtà infelice alcuni tentano di uscire, altri si rassegnano. Tradimenti e litigi scoppiano anche tra sorelle. Un giorno appare tra loro il vagabondo Luka (il bravissimo Massimo Popolizio): un essere diverso che sembra avere compassione per gli inquilini e riesce a calmarli, a dare loro una speranza, spronandoli a lasciare l’albergo, a cercare una chance, una riconciliazione con il mondo.Luka sembra diventare una guida, un faro per gli altri. Saprà davvero cambiare la loro vita?
Lo spettacolo pone domande esistenziali: ciascuno paga per ciò che ha fatto, molti pagano più di quanto dovrebbero. Chi è colui che tiene il libro dei conti? Si evoca in maniera filosofica Dio, grandi interrogativi mai sanati pervadono l’intera messa in scena. Colpisce l’inerzia nella quale si trascina l’uomo, inabile ad affrontare i propri problemi dal punto di vista etico, la sua incapacità di amare: pensando ai conflitti in corso nel pianeta lo spettacolo si fa riflessione sull’attualità minacciata dell’estinzione ambientale, dalle guerre. L’albergo dei poveri trasfigura nella nostra casa terra. Come evitare il suicidio?
Massimo Popolizio, coadiuvato da un bravissimo cast e dalla scrittura accurata di Emanuele Trevi, accoglie e reinventa in maniera personale una sfida la quale, dopo Stanislavskij che fu il primo regista nel 1902 del dramma di Gor’kij, fu ripresa a teatro da Strehler, e cinematograficamente, tra gli altri, da Renoir e Kurosawa. Uno spettacolo epico che fa riflettere.
ROMA – Teatro Argentina 9 febbraio 3 marzo 2024
L’albergo dei poveri
uno spettacolo di Massimo Popolizio
tratto dall’opera di Maksim Gor’kij
drammaturgia Emanuele Trevi
con Massimo Popolizio e con (in ordine alfabetico) Giovanni Battaglia, Gabriele Brunelli, Luca Carbone, Martin Chishimba, Giampiero Cicciò, Carolina Ellero, Raffaele Esposito, Diamara Ferrero, Francesco Giordano, Marco Mavaracchio, Michele Nani, Aldo Ottobrino, Silvia Pietta, Sandra Toffolatti, Zoe Zolferino
Produzione Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano- Teatro d’Europa
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
foto di Claudia Pajewski
info e orari
prima, martedì, giovedì e venerdì ore 20.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì 15 febbraio e domenica ore 17.00
lunedì riposo
Personaggi e interpreti
KOSTYLEV, proprietario del dormitorio Francesco Giordano
VASILISA, moglie di Kostylev Sandra Toffolatti
NATASA, sorella di Vasilisa Diamara Ferrero
MEDVEDEV, poliziotto Marco Mavaracchio
PEPEL Raffaele Esposito
KLESC, fabbro Michele Nani
ANNA, moglie di Klesc Zoe Zolferino
NASTJA, ragazza Carolina Ellero
KVASNJA, ex prostituta Silvia Pietta
BUBNOV, cappellaio Giampiero Cicciò
BARONE Giovanni Battaglia
SATIN Aldo Ottobrino
ATTORE Luca Carbone
LUKA, pellegrino Massimo Popolizio
ALESKA, giovane, suona l’organetto Gabriele Brunelli
IL PRINCIPE Martin Chishimba