Numerose persone si sono ritrovate, a Ronchi dei Legionari, nella giornata in cui si è aperto il processo ai quattro ufficiali dei servizi segreti egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni. L’iniziativa, alla panchina gialla di via Roma, era stata promossa da Leali delle Notizie, presidio locale di Articolo 21, Pro Loco, Anpi ed amministrazione comunale. Dopo l’introduzione di Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie, il saluto del vicesindaco, Enrico Papais e le parole di don Luigi Fontanot, alcuni brani da “Stato di quiete” di Pierluigi Cappello sono stati letti da Lorena, Cinzia e Nicola Toffolo. Un impegno che, grazie a Leali delle Notizie, Anpi, Pro Loco e città di Ronchi dei Legionari che non si arresta e che proseguirà ancora, sin quando giustizia non sarà fatta. “Vi ringrazio a nome dell’amministrazione comunale per essere qui oggi e porgo un cordiale saluto a tutte le autorità e associazioni presenti. Finalmente ci siamo! Il momento tanto atteso dalla famiglia Regeni e da tutto il “popolo giallo” è arrivato! Oggi, infatti – ha detto il vicesindaco, Enrico Papais – si è aperto a Roma, dinnanzi alla prima Corte d’Assise, il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e barbaramente ucciso Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello. La strada verso la giustizia e la verità per Giulio, dunque, inizia a liberarsi; dopo anni di ostruzionismi, omertà e rimbalzi amministrativi, la svolta è arrivata nel settembre dello scorso anno, grazie alla decisione della Consulta. Ora, finalmente, il tortuoso e complicato percorso verso un’effettiva giustizia può incominciare. A processo, molto probabilmente, dovranno comparire nomi illustri della politica italiana e delle forze armate, tutti, chi più chi meno, testimoni di quei tragici eventi. Pur essendo un gesto a nostro dire doveroso, cogliamo tuttavia con piacere la notizia che anche la Presidenza del Consiglio dei ministri si sia costituita parte civile nel processo contro i quattro imputati, dimostrando con ciò che la questione di Giulio è, e deve essere, motivo di unione dell’Italia intera nella ricerca della verità. Oggi siamo tutti qui per esprimere solidarietà alla famiglia Regeni, per manifestare la nostra soddisfazione per l’apertura del processo e per ribadire il nostro impegno, come amministrazione e come cittadini, italiani ed europei, alla tutela dei diritti e delle libertà che vengono sempre più spesso calpestate a discapito di interessi economici. Oggi e nei prossimi giorni, fino all’emergere della verità, siamo tutti quanti simbolicamente a piazzale Clodio, per poter esprimere la nostra più sincera solidarietà e vicinanza a tutte quelle famiglie che, come quella di Giulio, quotidianamente si impegnano nella ricerca della verità! È anche grazie a persone come Giulio, come Navalny, come Assange e come molte altre persone nel mondo – ha concluso – che il nostro impegno di cittadini a non girarci dall’altra parte e a non fare gli indifferenti, non deve venire meno!”.