Ilaria Salis non deve sentirsi sola. Più sola di come l’hanno lasciata le istituzioni italiane in questi mesi. Che, come dimostrano le parole dei vari ministri, hanno fatto finto di nulla per mesi.
E’ partito da questa semplice constatazione il tam tam tra associazioni per i diritti civili di Milano che ha lanciato il presidio di sabato 10, alle 11 in piazza Mercanti.
La stessa attenzione deve essere indirizzata anche ai troppi abusi che accadono dietro le sbarre, quelle delle prigioni italiane e quelle dei centri di detenzione per migranti. Perché tutte queste angherie a cui sono costrette le persone detenute fanno parte della stessa famiglia di violazioni: la punizione fine a se stessa, la costrizione, il desiderio di vendetta.
Come spiegare altrimenti che nella “civilissima Europa” – come c’è scritto nel manifesto che lancia il presidio – si possa accettare sistemi giudiziari che mettono il guinzaglio a Ilaria e a tutte le Ilarie? Che dire di tutte quelle celle in cui vengono buttati i migranti per la sola colpa di essere migranti? Per non parlare delle prigioni italiane dove ci sono migliaia di detenuti in più di quelli che potrebbero entrarvi.
”Basta abusi”, si conclude l’appello per l’iniziativa di sabato prossimo. Che accadano a Budapest o a Ponte Galeria.