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Le querce della terra dei ciclopi. Le emergenze dei “relitti” del Bosco Etneo

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Dall’alto le querce si distinguono dalla “sciara” solo dal colore. Identica è la cresposa superficie. Forse, al tatto, notarono la particolare analogia i Ciclopi, perché ad entrambi soprastanti. Dalla terra dei Ciclopi si innalzava, giungendo al Mongibello, il gran bosco. Sino agli anni cinquanta i querceti erano chiamati Bosco di Aci. Poi alle querce si sostituirono i limoni. La riviera dei Ciclopi fu così pure quella dei limoni. Il versante dell’area che un tempo fu del Bosco Etneo, che è più prossima allo Jonio, mostra tracce evidenti di “relitti”.

In uno deli ingressi di Acireale svetta una quercia secolare che, incurante del cemento che la avvolge alle radici, supera in altezza il vicino ed ennesimo centro commerciale. Per inciso molti dei centri commerciali dell’area pedemontana sono stati realizzati eliminando alberi secolari.

Tutta la zona dell’Area Protetta della “Timpa”, prospiciente lo Jonio, è costellata da bellissime querce secolari, è ciò sino all’abitato di Acireale.

Seguendo il tragitto del progetto di pista ciclabile denominato “La Via dei Boschi”, salendo verso il vulcano, si raggiunge l’elemento più caratteristico delle emergenze boschive del fu “Bosco di Aci”. Questo pezzo di natura viva, circondato da piccola speculazione edilizia, si trova nel territorio del Comune di Aci Sant’Antonio (vedi immagine dal satellite). La denominazione scientifico-ambientale dell’area è “Bosco di Santa Maria la Stella” individuato con la sigla ITA070021, come Sito di Interesse Comunitario (SIC), e pertanto area a maggior tutela.

Il progetto della pista ciclabile vuole collegare le varie parti del “Bosco etneo” per dare una unitarietà al territorio, prevedendo anche la possibilità di creare dei “corridoi ambientali” recuperando lembi di bosco, anche con nuove piantumazioni.


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