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La sequenza di quella notte a Cutro, il procedimento penale e il dossier dell’Arci

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Naufragio di Cutro, un anno dopo. La barca era partita il 22 febbraio 2023, la tragedia nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Un dossier dell’Arci ricostruisce in modo capillare cosa accadde e lo fa a poche ore dal ricordo di quella sequenza di fatti cui probabilmente si poteva porre rimedio e arrivare ad un’altra conclusione, diversa. Che non fosse un’altra ecatombe nel mare che divide due mondi. I morti  furono 94, tra cui 35 minori. Uno dei naufragi peggiori mai avvenuti sulle coste italiane su cui ancora non c’è giustizia. Il governo ha approvato il decreto Cutro e firmato accordi internazionali con l’intento di arginare i flussi migratori. Ma i morti in mare in questo inizio 2024 sono il doppio rispetto al precedente.

Prima di ripercorrere l’accaduto è utile ricordare qualche dato: nel 2021 più di 11.000 persone sono sbarcate in Calabria,  nel 2022 più di 18.000. “I viaggi marittimi dalla Grecia e dalla Turchia verso le coste calabresi hanno una storia pluridecennale,  – ricorda il dossier dell’Arci – intorno alla quale si sono sviluppate tecniche di avvistamento, soccorso e accoglienza in parallelo con la chiusura dei confini italiani. Questo per dire che il viaggio e naufragio della Summer Love a Cutro era tutt’altro che imprevedibile per le autorità italiane e europee. Infatti, nel maggio dell’anno prima si era verificato un altro disastro a pochi metri da Siderno, vicino Reggio, in cui sono morte due persone”.
La sequenza 
Secondo il racconto dei superstiti, alle ore 3:00 circa del 22 febbraio 2023 una barca è partita da una spiaggia di Cesme, in Turchia, con a bordo almeno 181 persone di varie nazionalità e età. Avevano raggiunto Cesme da Istanbul, dove erano stati stipati in una safe house in attesa del viaggio verso l’Ue. La prima barca con cui viaggiavano dopo circa tre ore di navigazione, aveva avuto dei problemi tecnici
ed era stata raggiunta da una seconda imbarcazione, il caicco Summer Love, sulla quale tutti i passeggeri erano stati trasbordati. Nonostante anche il caicco avesse dei problemi al motore – risolti dal meccanico a bordo – il viaggio è andato avanti. In tutto la traversata è durata quattro giorni. Il primo avvistamento sembra essere stato nella notte del 25 febbraio, quando alle ore 21:26 un assetto aereo Frontex, Eagle 1, avvista l’imbarcazione che sospetta possa trasportare migranti, a circa 40 miglia a sud-est di Isola Capo Rizzuto. Alle ore 02:20 della mattina del 26, il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza (Gdf) di Vibo Valentia disponeva l’uscita in mare di una vedetta della Sezione Operativa Navale della Gdf di Crotone, che intraprendeva la navigazione per intercettare il target. A questa si aggiungeva un pattugliatore del Gruppo Aeronavale Gdf di Taranto, che lasciava gli ormeggi 10 minuti dopo. Dopo un’ora però, alle ore 03:30 circa, le due unità navali, a causa delle pessime condizioni meteo marine in atto, sono state costrette a interrompere la navigazione e rientrare in porto a Crotone. Alle ore 03:40 circa la Sala Operativa del Comando Provinciale Gdf di Vibo Valentia ne comunicava il rientro all’Autorità marittima di Reggio Calabria. Gli operatori di sala della Gdf richiedevano però all’Autorità marittima l’intervento di altre navi per raggiungere il target – senza ricevere riscontro. Alle ore 03:50 la Sala Operativa Provinciale della Gdf di Vibo Valentia, mediante la postazione della rete radar costiera, acquisiva un target verosimilmente riconducibile alla segnalazione Frontex, e contattava i Carabinieri di Crotone, che comunicavano di avere ricevuto una chiamata da un’utenza telefonica satellitare, segnalando la presenza di un’imbarcazione con migranti in prossimità delle acque antistanti la località Steccato di Cutro. Detta segnalazione coincideva con la traccia del radar costiero della Gdf. Gli equipaggi delle imbarcazioni della Guardia di Finanza, rientrati nel porto di Crotone, tra le ore 04:30 e
04:45, componevano due pattuglie automontate che si dirigevano verso la località di sbarco, dove arrivavano alle ore 05:30. Giunti in loco e constatato il naufragio del caicco, i militari provvedevano a trarre in salvo i superstiti e recuperare i cadaveri.
Sulla base della cronologia degli eventi descritti sopra, sono stati presentati tre esposti alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, ad oggi confluiti in un unico procedimento.

Approfondimenti nel dossier di Arci
cutro-1-anno-dopo.pdf


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