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Ignoranza o malafede? Truzzu: “Michela Murgia era totalitaria”. Ecco il Centro-Destra

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Difficile trovargli un merito, molto più facile elencare come durante la sua guida Cagliari si sia brutalmente trasformata in peggio: spaventosamente sporca, trincee dappertutto prodotte da cantieri aperti di continuo senza alcuna razionalità. Certo, il rispetto delle scadenze per non perdere i finanziamenti ha spinto alla fretta, ma usando il cervello si sarebbe potuto evitare che diventasse difficile circolare in auto per la città o che tanti commercianti fossero costretti a chiudere.
Qual è allora il palma res di Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, candidato del centro destra alla presidenza della Regione Autonoma Sarda? Certo non la capacità oratoria, né un’accurata dizione o un’immagine che possa in qualche modo sovrapporsi a quella di Giorgia Meloni, sua decisa sponsor, tanto da imporlo a Salvini contro la conferma dell’uscente Solinas. Forse solo il possesso della tessera di Fratelli d’Italia a cui aderisce con convinzione, tanto che il suo primo atto da sindaco, subito dopo l’insediamento, fu la rimozione da Palazzo Bacaredda, il municipio di Cagliari, dello striscione con la scritta “Verità per Giulio Regeni”.
L’appartenenza, dunque, non il merito. Anche perché ha una straordinaria capacità di metterci del suo per distinguersi. In peggio. Forse non gli piacciono i morti, o forse pensa che prendendosela con loro non rischia. Sì perché dopo aver cercato di cancellare l’omaggio della città alla memoria di Giulio Regeni, ne ha avuto anche per Michela Murgia, la bravissima scrittrice che partendo dal suo paesino dell’oristanese, Cabras, è riuscita ad affermarsi in ambito nazionale ed internazionale con i suoi lavori e le sue scelte.
Alla domanda postagli da Klaus Davi se avrebbe mai proposto di intitolare una via alla memoria della Murgia, ha risposto: “Non le intitolerei mai una via o le dedicherei un monumento perché mi sembra un personaggio più negativo che positivo, nel senso che era una di quelle che voleva insegnare agli altri cosa dovevano pensare e imporgli in ogni caso il suo pensiero. Era una totalitaria, per certi punti di vista”. Ma ci pensate, un erede del fascismo che definisce ‘totalitario’ il pensiero libero di una scrittrice che ha avuto la forza e la capacità di analizzare i comportamenti umani proponendone una propria interpretazione. Un orgoglio per la letteratura nata in Sardegna.
Ora, che a Fratelli d’Italia, Lega, Moderati e Forza Italia possano scivolare addosso senza problemi parole uscite di senno o irresponsabili (forse perché Truzzu non sa bene cosa vuol dire totalitario), ma che non abbia nulla da dire neppure il PSD’Az che dovrebbe solo ringraziare Michela Murgia per l’interesse che le sue opere hanno suscitato verso la Sardegna, è davvero triste. Possibile che possano sostenere tale candidato presidente? E se – Dio non voglia – riuscisse ad essere eletto, in quale modo si relazionerebbero a lui? Solo grazie all’instancabile mediazione parolaia di Matteo Salvini che, solo in nome del potere, potrebbe far ingoiare ad un partito nato dalla storia, dalla cultura, dall’orgoglio autonomista, altre offese a questa terra e ai suoi migliori esponenti?
Donna orgogliosamente sarda, Michela Murgia, come orgogliosamente sarda è anche Alessandra Todde il cui curriculum vitae, il cui palma res è ben altra cosa rispetto a quello del suo principale avversario. Se si ragionasse in termini di merito non ci sarebbe partita, ma evidentemente ai padroni della destra interessa più un esecutore d’ordini che una mente pensante. La speranza è che i sardi, gli elettori si convincano che la differenza nella scelta è fondamentale e che sappiano convincere anche quanti, reduci da molte delusioni, sono tentati di non andare a votare. Questa volta è davvero diverso, sia per la Sardegna, sia, in prospettiva, per l’Italia.
(Nella foto Michela Murgia)


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