Ieri siamo stati a Roma ad accompagnare il presidio in solidarietà alle studentesse e agli studenti manganellati a Pisa, a Firenze e non solo. Ogni volta che le libertà costituzionali di parola e di espressione vengono minacciate dobbiamo rispondere attivamente e concretamente. Ci siamo infatti proposti come scorta mediatica per tutte quelle manifestazioni e movimenti che si battono per la libertà di informazione e di espressione del proprio pensiero.
L’episodio di Pisa è stato però una sconfitta per la nostra democrazia perché in un Paese che si definisce democratico la risposta ad una richiesta nonviolenta di pace non può e non deve essere manganellate e cariche ma dibattito, ragionamento, pensiero critico ed informazione.
Abbiamo quindi voluto esprimere la nostra vicinanza agli studenti e alle studentesse coinvolti negli scontri e il nostro rinnovato impegno nella battaglia per una delle libertà fondamentali, quella di parola e pensiero, sulla quale si basa la nostra Costituzione e la nostra società. I fatti di Pisa e di Firenze, come quelli di Roma, Torino, Napoli e i molti altri ai quali abbiamo dovuto assistere per mesi ci costringono però a chiederci se abbiamo superato quel limite che ci distingue da altri Paesi che prima chiamavamo illiberali, liberticidi e non-democratici ma che adesso emuliamo nei metodi ed elogiamo per alcune azioni. Personalmente credo che ci stiamo avvicinando, o forse ci siamo già arrivati, ad una svolta autoritaria, intollerante e illiberale riguardo non tanto alla gestione del dissenso ma in maniera più generale alla gestione dell’informazione e la volontà di negare qualsiasi forma di espressione non conforme alle posizioni di governo. La nostra risposta invece deve certamente essere quella della solidarietà, ma prima di tutto dell’informazione costante e ininterrotta all’interno delle scuole, delle piazze, dei giornali, ovunque la parola sia padrona, senza sottostare ad alcun diktat dall’alto. Un’informazione che deve essere libera, democratica e che si faccia portavoce di quelle istanze che vengono soppresse a suon di manganelli, perché oggi la violenza repressiva si è abbattuta sugli studenti e le studentesse di Pisa ma domani potrebbe riversarsi su ognuno di noi.