Pubblichiamo un articolo di Matteo Palamidesse dalla rivista Focus on Africa sull’eccidio perpetrato dagli italiani in Etiopia nel 1937.
Il 19 febbraio 1937, a seguito di un attentato al Viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani, si scatena una rappresaglia contro il popolo etiope che vedrà l’uccisione sistematica di 30000 persone.
Oggi, 19 febbraio 2024 ne ricorre l’87esimo anniversario, e se la vicenda è stata sottovalutata, nascosta dall’oblio della storia, opportunisticamente celata, è invece nostro dovere parlarne, farla conoscere, ricostruirne (anche se sinteticamente) i fatti che l’hanno portata ad essere una delle pagine più nere del colonialismo italiano.
E’ il 19 Febbraio e Rodolfo Graziani fa organizzare ad Addis Abeba, una cerimonia pubblica per festeggiare la nascita del primogenito del principe Umberto di Savoia. Graziani governava l’Etiopia da alcuni mesi, dopo che l’Italia nel 1936 aveva sconfitto definitivamente le truppe etiopi e Mussolini proclamato l’impero dal balcone di Palazzo Venezia.
A questo punto sono oltre ventimila i morti lasciati sul campo, quando le “indagini” sugli attentatori di Graziani, Moges Asgedom e Abriha Deboch, suggeriscono che il villaggio convento di Debre Libanos li abbia ospitati nei giorni precedenti al 19 Febbraio.
In realtà, da indagini storiche accurate condotte in seguito, sapremo che il Generale Pietro Maletti, al quale fu affidata l’operazione punitiva, non aveva alcuna prova che giustificasse quello che poi mise in atto; a spingerlo fu un telegramma di Graziani che ordinava di radere al suolo il villaggio e di passare per le armi tutti i monaci, nessuno escluso.
Quando Pietro Maletti comunica a Rodolfo Graziani la “liquidazione completa” della comunità monastica di Debre Libanos, si contano all’incirca 2000 esecuzioni, compresi numerosi minorenni, laici e religiosi.
In Etiopia la data dello Yekatit 12 (Yekatit 12 è il 12 Febbraio del calendario copto, corrispondente al 19 Febbraio del calendario gregoriano) ed è un giorno dedicato alla memoria delle vittime dell’occupazione fascista italiana.
Solo nel 1946, al termine della seconda guerra mondiale, durante i lavori della Conferenza di pace di Parigi, l’Etiopia presentò la richiesta di riconoscimento dei crimini commessi dagli italiani nei 5 anni di occupazione del paese.
Nel documento, le vittime dell’occupazione italiana vengono calcolate in 760.300 mentre le morti attribuite al “Massacro del Febbraio 1937” risultano essere 30000.