La scelta della redazione di Rainews è di particolare interesse anche perchè il direttore – come è suo diritto – ha votato per il comitato di redazione, cioè la sua controparte, facendo quindi una sorta di propaganda elettorale di cui, del resto, è stato protagonista ad un evento del partito della presidente del consiglio di cui ha reclamato la militanza e appoggiando il sindacatino giallo UniRai che non porta neanche un membro su 5 del CDR di Rainews. Eppure il piano editoriale del direttore solo pochi mesi fa era stato approvato a larga maggioranza.
Per comprendere gli obiettivi distruttivi di questa destra-destra sulla Rai, e non solo, molti hanno bisogno di tempo e di prendere un po’ di schiaffoni. E’ anche un logico atteggiamento della giovinezza. Noi anziani sappiamo da troppo tempo capire dove tira l’aria. Racconto un episodio di oltre 40 anni fa. Redazione del TG1 sconvolta per l’allontanamento del direttore Franco Colombo causa iscrizione alla loggia P2, Emilio Fede facenti funzione di direttore. Elezione del comitato di redazione. Fede va a votare e fa campagna elettorale redattore per redattore per i colleghi suoi amici pronti a fare la battaglia per farlo nominare direttore. Che sembravano essere in netta maggioranza. Chiede il voto anche ai precari – io non ero ancora assunta, facevo una sostituzione estiva – il che capite bene ha odore di ricatto…Quel comitato di redazione, tutto di altro segno, appena eletto si battè per la nomina di un nuovo direttore non compromesso con il precedente e arrivò Albino Longhi, il professionista onesto, intransigente, plurale per definizione, che aveva sulla scrivania il vangelo e la costituzione e che la Rai dovette richiamare per ben altre due volte al TG1 per rimettere in ordine le cose. E non dimentichiamolo mai: la Rai precede la politica e i segnali vanno attentamente analizzati.
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