Caso Iuventa, la Procura di Trapani chiede il non luogo a procedere e la restituzione della nave. Le ong non sono criminali

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La Procura di Trapani ha chiesto al Gup il non luogo a procedere per tutti gli imputati del caso Iuventa «perché il fatto non costituisce reato» e la restituzione della nave di soccorso sequestrata nel 2017. Lo ha scritto per primo su X il gornalista di Radio Radicale Sergio Scandura. «Siamo soddisfatti della richiesta al Gup, ma faremo comunque la nostra parte perché abbiamo argomentazioni non sovrapponibili», ha detto all’AGI Francesca Cancellaro, legale dei membri dell’equipaggio della nave. Nel processo ci sono quattro imputati, i membri dell’equipaggio della nave della ong tedesca rispondono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il caso Iuventa è iniziato nell’estate del 2017, quando l’allora governo guidato da Paolo Gentiloni, ministro dell’Interno Marco Minniti, varò il «codice di condotta» per le ong impegnate nel soccorso in mare, descritto da Jugend Rettet (Giovani in soccorso) come «una vera e propria minaccia al loro operato in mare». La ong, insieme ad altre, rifiutò di firmare il codice prima della scadenza del 31 luglio 2017. Il 2 agosto 2017 la nave Iuventa dell’organizzazione Jugend Rettet venne sottoposta a sequestro su mandato giudiziario italiano per il sospetto di «assistenza alla migrazione illegale» e collusione con i trafficanti durante tre diverse operazioni di salvataggio svolte durante il 2016 e il 2017.
La conclusione e la relati a richiesta del pm è destinata a mettere ordine in questo procedimento e in generale sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo.


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