Alla vigilia delle elezioni presidenziali anticipate del 7 febbraio, Amnesty International ha denunciato l’aumento della repressione del diritto alla libertà d’espressione in Azerbaigian, con particolare riferimento a coloro che criticano il presidente in carica, e candidato, Ilham Aliyev.
Dal novembre 2023 le autorità di Baku hanno arrestato 13 dissidenti pacifici, tra i quali giornalisti, oppositori politici e un difensore dei diritti umani. Almeno 11 di loro sono tuttora in carcere per dubbie accuse. Molte altre persone, giornalisti inclusi, sono fuggiti all’estero per il timore di persecuzione.
Le autorità si sono accanite anche contro familiari e amici delle persone arrestate. Uno dei casi più gravi è quello del portale indipendente Absaz, noto per le sue inchieste su presunti casi di corruzione: non solo sono stati arrestati diversi giornalisti ma sono stati presi di mira anche loro parenti.
In alcuni casi i familiari si sono visti bloccare i conti bancari, finendo per trovarsi in estreme difficoltà economiche. Si tratta di una vera e propria punizione collettiva. Ad esempio, Ofelya Maharramova, madre del direttore di Abzas, Sevinj Vagifgizi, attualmente in carcere, non può più pagare le cure mediche a causa del blocco dell’erogazione della sua pensione.
Altre famiglie in difficoltà sono quelle di Ulvi Hasani, un altro giornalista di Absaz, e di Aziz Orujov, direttore del portale Kanal 13.
In un rapporto preliminare, l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa ha espresso preoccupazione per le misure del governo contro la libertà di stampa, tra cui il crescente numero di arresti di giornalisti indipendenti.
Secondo le organizzazioni non governative e i difensori dei diritti umani locali, oltre 200 persone si trovano in carcere a seguito di procedimenti politicamente motivati. Tra queste, c’è il noto economista e attivista politico Gbad Obadoghlu, arrestato nel luglio 2023 per l’accusa fabbricata di contraffazione.
Il peggioramento della situazione dei diritti umani è stato il motivo per cui nel gennaio 2023, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha rifiutato di ratificare le credenziali della delegazione dell’Azerbaigian.
Nonostante tutto questo, l’Azerbaigian ospiterà la Cop-29, la conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.