79 giornalisti ucraini uccisi dall’inizio del conflitto

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A due anni dall’inizio del conflitto in Ucraina, il sindacato nazionale dei giornalisti ucraini (NUJU) e il loro presidente, Sergiy Tomilenko, che fa anche parte dello Steering Committee della Federazione europea dei giornalisti, hanno diffuso i dati sul prezzo che i giornalisti hanno pagato e continuano a pagare durante la guerra. Dopo il 24 febbraio 2024, sono stati 79 i giornalisti uccisi, di cui 16 uccisi durante lo svolgimento del loro lavoro, 9 in attacchi russi ai civili e 54 che erano stati chiamati sotto le armi.  Oltre a questi, rende noto il sindacato ucraino, ci sono 26 giornalisti illegalmente arrestati dai russi e attualmente detenuti. La maggior parte di loro si trova in Crimea. NUJU ha lavorato moltissimo per la sicurezza dei giornalisti, fornendo loro anche equipaggiamenti adeguati, e training di pronto soccorso. Con l’aiuto della Federazione europea dei giornalisti, sono stati aperti sei centri di solidarietà per i giornalisti, di cui l’ultimo nella regione di Kharkiv, sulla linea del fronte. I centri di solidarietà hanno aiutato i giornalisti e le loro famiglie, anche con nuovi strumenti di lavoro. Il 72% dei giornalisti che hanno ricevuto aiuti sono donne.

La situazione dei cronisti, oggi, a due anni dall’inizio della guerra, è sempre più problematica. I giornali locali stanno soffrendo più di tutti, anche perché non ricevono più fondi di nessun genere e molti giornalisti lavorano ormai quasi gratuitamente, per non abbandonare il loro mestiere. Anche un servizio postale ormai tagliato a causa delle guerra impedisce ai giornali di arrivare nelle zone più remote del Paese e ci sono province in cui, a causa dei bombardamenti che hanno danneggiato anche la rete, le persone non ricevono praticamente più nessun tipo di informazioni. Solo il sindacato,  con l’aiuto di diverse organizzazioni internazionali, ha ripristinato l’uscita, pur in un numero ridotto di edizioni, di circa trenta giornali locali. Ma la situazione resta disastrosa.


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